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Omicidio di Garlasco, nuova perizia cambia lo scenario: “Dinamica diversa” da quella che ha condannato Alberto Stasi

Pubblicato: 16/09/2025 23:01

Una dinamica «profondamente diversa» da quella ricostruita nella prima inchiesta che portò alla condanna di Alberto Stasi. È quanto emerge dalla nuova BPA (Bloodstain pattern analysis) condotta dal colonnello Andrea Berti, comandante del Ris di Cagliari, e depositata alla Procura di Pavia. Lo studio, che si concentra sulla ricostruzione delle tracce ematiche rinvenute nella villetta di via Pascoli a Garlasco, dove il 13 agosto 2007 fu uccisa Chiara Poggi, ridisegna lo scenario del delitto, lasciando però aperta la questione sul numero degli aggressori.

Berti, chiamato come consulente dai pm pavesi, non ha fornito indicazioni definitive sul punto, affidando al Nucleo investigativo di Milano l’onere di risolvere il rebus. La sua relazione, illustrata ieri al pm Giuliana Rizza, all’aggiunto Stefano Civardi e al procuratore Fabio Napoleone, diverge da quella redatta all’epoca dal Ris di Parma, guidato dal colonnello Luciano Garofano. La nuova BPA, frutto anche di un’ispezione con droni e fotocamere 3D condotta il 9 giugno scorso, supera di gran lunga per estensione e dettaglio il lavoro precedente: oltre 300 pagine contro le 19 della relazione originaria.

Secondo quanto trapela, ogni singola traccia di sangue — macchie, gocce, strisciate — è stata ricondotta alla sua origine. Inclusi elementi allora scartati o mai analizzati: l’impronta di una mano sinistra impressa sulla pozza più grande alla base delle scale, uno schizzo ematico sotto la cornetta del telefono, o le gocce rinvenute ai piedi del divano del salotto.

Resta ora da chiarire, attraverso la consulenza dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, il nodo cruciale sulle ferite inflitte, sulle armi utilizzate — mai ritrovate — e sul possibile coinvolgimento di più di un aggressore. Un interrogativo che continua a pesare sul delitto di Garlasco, a 17 anni di distanza.

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