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“Virus, casi in aumento in Italia”. L’allarme di Pregliasco: “Fate attenzione”

Pubblicato: 16/09/2025 10:18

A oltre cinque anni dall’inizio della pandemia, il Covid-19 continua a circolare in Italia, anche se in forma meno aggressiva. Lo confermano i dati aggiornati dall’Istituto Superiore di Sanità relativi alla settimana dal 4 al 10 settembre 2025, in cui si sono registrati 2.824 nuovi casi su scala nazionale, in aumento rispetto ai 2.052 della settimana precedente. Sono state 11 le vittime, contro le 8 della settimana precedente, mentre sono stati eseguiti quasi 29.000 tamponi in tutto il Paese.

In Lombardia, regione simbolo della lotta al virus nei primi mesi della pandemia, la situazione resta sotto controllo ma non va ignorata. Nello stesso periodo si sono registrati 918 contagi, con 5 decessi e 8.318 test effettuati. Numeri molto lontani da quelli drammatici del 2020, ma che confermano la persistente circolazione del virus in una forma diversa, più “endemica” che pandemica.

«Siamo ormai di fronte a un andamento endemico del Covid – spiega Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene generale all’Università Statale di Milano –. Le vaccinazioni e le pregresse infezioni hanno rafforzato la risposta immunitaria nella popolazione, e oggi il virus circola sotto forma di varianti meno aggressive, ma comunque in grado di infettare». Il paragone usato da Pregliasco è eloquente: «Il Covid si comporta come onde che si propagano ogni sei mesi dopo un sasso lanciato nello stagno».

Chi ha contratto il virus o ricevuto il vaccino oltre sei mesi fa, è più esposto al rischio di reinfezione. I sintomi più comuni oggi sono mal di testa, mal di gola, febbre, raucedine: nulla di paragonabile alle forme gravi viste nei primi anni della pandemia, ma comunque fastidiosi, soprattutto per i soggetti fragili. «Nei pazienti anziani e immunodepressi – precisa Pregliasco – può ancora servire il trattamento antivirale, da prescrivere su indicazione del medico».

Per la popolazione generale, antinfiammatori da banco e riposo risultano sufficienti nella maggior parte dei casi. Ma l’esperto avverte: «Siamo in una fase di crescita dei contagi. L’autunno è alle porte, e sarà importante non sottovalutare il virus solo perché “passato di moda”. Il vaccino anti-Covid è ancora disponibile e resta consigliato per chi ha meno difese».

Nel frattempo, la campagna antinfluenzale 2025 in Lombardia prenderà il via ufficialmente il 1° ottobre. Come ogni anno, si inizierà con le categorie a rischio, che comprendono gli over 60, i malati cronici, i bambini e le donne in gravidanza. Le vaccinazioni si terranno negli studi dei medici di famiglia, dei pediatri e negli ospedali, dove saranno coinvolti anche gli operatori sanitari.

A partire dal 13 ottobre, anche le farmacie aderenti inizieranno a somministrare il vaccino antinfluenzale, ma solo ai maggiorenni. In quella stessa data, la vaccinazione gratuita sarà estesa a tutta la popolazione, con l’obiettivo di contenere i picchi influenzali stagionali e alleggerire il carico sulle strutture sanitarie.

Oltre ai vaccini contro l’influenza e il Covid, i cittadini che rientrano nelle categorie previste potranno ricevere anche quelli contro lo pneumococco e l’herpes zoster, patologie che colpiscono principalmente gli anziani. La possibilità di vaccinarsi in un’unica seduta, magari in farmacia o dal proprio medico curante, rappresenta una strategia preventiva integrata che può fare la differenza nei mesi freddi.

I numeri parlano chiaro: il Covid non è scomparso, ma si è trasformato. Ignorarlo significherebbe esporsi inutilmente a rischi evitabili. Restare informati, mantenere buone abitudini igieniche e valutare la vaccinazione annuale, soprattutto per i più fragili, resta la via più prudente per convivere con il virus senza allarmi.

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