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“La storia finisce qui”. Flotilla, la decisione shock di Greta Thunberg. Crolla tutto

Pubblicato: 17/09/2025 11:28

Dopo giorni di ritardi, false partenze e intoppi burocratici, la Global Sumud Flotilla è riuscita a lasciare i porti tunisini per dirigersi verso il Mediterraneo centrale. Una tappa importante, mentre a Gaza City l’avanzata dell’esercito israeliano spinge migliaia di civili a fuggire da raid e bombardamenti. Nel giro di poche ore le imbarcazioni dovrebbero ricongiungersi con la delegazione italiana, in attesa a Porto Palo dopo la partenza da Augusta.

Tra rinunce e tensioni interne

La delegazione proveniente da Barcellona, bloccata oltre dieci giorni tra Sidi Bou Said e Bizerte anche a causa di due attacchi con granate incendiarie da droni non identificati, ha cambiato assetto. Alcuni membri hanno rinunciato per motivi di sicurezza, mentre alcune barche non erano idonee alla traversata. Anche il direttivo ha subito modifiche. L’ecoattivista Greta Thunberg ha lasciato il suo incarico operativo, pur restando nel comitato organizzativo, si tratta di una spaccatura epocale. Alla base, divergenze sulla comunicazione: «sono parte della strategia israeliana di assedio alla Striscia e della complicità internazionale che la permette», spiegano alcuni attivisti.

Sorveglianza aerea e richieste di chiarezza

Un dossier interno denuncia la presenza di circa venti aerei israeliani in volo sulla Sicilia orientale nelle settimane di preparazione delle barche. «Non sono chiari gli obiettivi di queste operazioni. E soprattutto non è chiaro da dove partono gli ordini – segnala il deputato Pd Arturo Scotto, a bordo di una delle navi – Trasparenza vorrebbe che il ministero della Difesa spiegasse qualcosa. Ma non siamo certi che accadrà».

Infiltrazioni e codice di condotta

La Flotilla ha respinto tentativi di gruppi esterni di unirsi alla missione, come la barca libica Omar al Mukhtar con a bordo Omar Al-Hassi. «Partiamo non solo carichi di aiuti umanitari ma anche di una visione: un Mediterraneo in cui a nessuno è vietato il diritto a migrare».

Gli organizzatori ribadiscono che tutte le 40 imbarcazioni hanno aderito a un codice fondato su non violenza e solidarietà: «Il mare non può essere una fossa comune, ma uno spazio di giustizia, diritti e libertà».

Dopo giorni di ritardi, false partenze e intoppi burocratici, la Global Sumud Flotilla è riuscita a lasciare i porti tunisini per dirigersi verso il Mediterraneo centrale. Una tappa importante, mentre a Gaza City l’avanzata dell’esercito israeliano spinge migliaia di civili a fuggire da raid e bombardamenti. Nel giro di poche ore le imbarcazioni dovrebbero ricongiungersi con la delegazione italiana, in attesa a Porto Palo dopo la partenza da Augusta.

Tra rinunce e tensioni interne

La delegazione proveniente da Barcellona, bloccata oltre dieci giorni tra Sidi Bou Said e Bizerte anche a causa di due attacchi con granate incendiarie da droni non identificati, ha cambiato assetto. Alcuni membri hanno rinunciato per motivi di sicurezza, mentre alcune barche non erano idonee alla traversata. Anche il direttivo ha subito modifiche. L’ecoattivista Greta Thunberg ha lasciato il suo incarico operativo, pur restando nel comitato organizzativo. Alla base, divergenze sulla comunicazione: «sono parte della strategia israeliana di assedio alla Striscia e della complicità internazionale che la permette», spiegano alcuni attivisti.

Sorveglianza aerea e richieste di chiarezza

Un dossier interno denuncia la presenza di circa venti aerei israeliani in volo sulla Sicilia orientale nelle settimane di preparazione delle barche. «Non sono chiari gli obiettivi di queste operazioni. E soprattutto non è chiaro da dove partono gli ordini – segnala il deputato Pd Arturo Scotto, a bordo di una delle navi – Trasparenza vorrebbe che il ministero della Difesa spiegasse qualcosa. Ma non siamo certi che accadrà».

Infiltrazioni e codice di condotta

La Flotilla ha respinto tentativi di gruppi esterni di unirsi alla missione, come la barca libica Omar al Mukhtar con a bordo Omar Al-Hassi. «Partiamo non solo carichi di aiuti umanitari ma anche di una visione: un Mediterraneo in cui a nessuno è vietato il diritto a migrare». Gli organizzatori ribadiscono che tutte le 40 imbarcazioni hanno aderito a un codice fondato su non violenza e solidarietà: «Il mare non può essere una fossa comune, ma uno spazio di giustizia, diritti e libertà».

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Ultimo Aggiornamento: 17/09/2025 11:29

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