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Le rubano le figlie in ospedale, dopo 45 anni la scoperta shock: una storia unica al mondo

Pubblicato: 17/09/2025 13:33

Doveva essere una visita pediatrica di routine per le sue figlie gemelle di otto mesi. Invece, per María Verónica Soto, oggi 64enne, fu l’inizio di un incubo che sarebbe durato quasi mezzo secolo. All’ospedale in cui si era recata, le dissero che le bambine dovevano rimanere per ulteriori controlli. Poco dopo, le autorità le comunicarono che non le avrebbe mai più riviste: le piccole erano state dichiarate abbandonate e date in adozione.

Le due bambine vennero trasferite in Italia, dove furono adottate da una famiglia, grazie a certificati di nascita falsificati, in cui risultava che nessun genitore si fosse mai presentato a registrarle. Era il Cile della dittatura di Augusto Pinochet, e quello di María Verónica è solo uno dei migliaia di casi simili. Da quel giorno, però, la donna non ha mai smesso di cercare le sue figlie.

Dopo 45 anni di attesa, finalmente la svolta. Le gemelle, oggi adulte, hanno potuto riabbracciare la madre biologica. Cresciute in Italia, sono volate in Cile per l’incontro, dopo aver scoperto la verità grazie a un test del DNA. A metterle in contatto è stato il figlio di una delle gemelle, che si era sottoposto al test attraverso la piattaforma MyHeritage.

La madre, due anni prima, aveva fatto lo stesso, affidandosi all’associazione cilena “Nos Buscamos”, che si occupa proprio dei cosiddetti “bambini rubati” del regime di Pinochet. Quando madre e nipote si sono ritrovati tramite i social, il passo verso l’incontro tra le gemelle e la loro madre naturale è stato breve.

Le due sorelle, Adelia e Maria Beatrice Mereu, sono atterrate nei giorni scorsi all’aeroporto di Concepción, in Cile, dove ad attenderle c’era María Verónica. L’abbraccio tra le tre ha commosso l’intero Paese: nessuna parlava la stessa lingua, ma tutte hanno potuto riconoscersi nel linguaggio universale dell’emozione.

Il caso delle due sorelle è solo uno dei tanti episodi di bambini sottratti illegalmente alle famiglie cilene tra gli anni ’70 e ’80. Sotto la dittatura militare, migliaia di neonati furono dati in adozione, spesso all’estero, con pratiche irregolari e falsificazioni documentali. Molte delle famiglie adottive, come in questo caso, erano ignare dell’inganno.

Adelia e Maria Beatrice hanno infatti dichiarato che sia i genitori adottivi italiani che la madre biologica furono vittime di una truffa orchestrata dalle autorità cilene. Nessuno sapeva che l’adozione fosse frutto di un rapimento mascherato da procedura legale.

Per me è stato come partorirle di nuovo, ma da adulte“, ha dichiarato María Verónica Soto. La donna ha lanciato un appello a tutte le madri nella sua stessa situazione: “Non smettete mai di cercare. Non arrendetevi. Io ho trovato le mie figlie dopo 45 anni“.

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