
ROMA – Prime risposte dall’autopsia eseguita al Policlinico Umberto I sulla neonata deceduta venerdì scorso durante un parto naturale presso la casa maternità “Il Nido”, in via Marmorata, quartiere Testaccio. Secondo gli accertamenti medico-legali preliminari, la bambina non aveva aria nei polmoni al momento della nascita, indicando un possibile decesso avvenuto prima o durante il travaglio.
I medici legali effettueranno anche approfonditi esami istologici per chiarire lo stato di salute della piccola alla fine della gravidanza. Al momento, resta aperto il fascicolo della Procura di Roma che ha indagato l’ostetrica presente al parto e la titolare della struttura, autorizzata dalla Asl ma tenuta a operare secondo le linee guida regionali.
L’allarme è scattato intorno alle 14.30 di venerdì 13 settembre, quando l’ostetrica, accortasi che la neonata non respirava, ha tentato una prima rianimazione prima di chiamare il 112. Il personale dell’Ares 118 è arrivato pochi minuti dopo, continuando le manovre fino a constatare il decesso alle 15.24. Alle 15.40, è stato il padre della neonata, presente al parto, a chiedere l’intervento della polizia.

Secondo quanto ricostruito finora, l’ipotesi è che durante il parto assistito qualcosa sia andato storto e che l’ostetrica si sia resa conto delle complicazioni solo troppo tardi. Le indagini mirano a capire se ci sia stato un errore umano, un ritardo nella gestione dell’emergenza o la mancanza di protocolli adeguati per intervenire tempestivamente.
In seguito alla tragedia, la casa maternità “Il Nido” è stata sottoposta a sequestro da parte degli agenti del commissariato Trevi-Campo Marzio. La struttura, attiva dal 1989, è molto nota per promuovere il parto naturale, offrendo anche percorsi alternativi come ipnosi e yoga per le future mamme, e si è spesso espressa contro la medicalizzazione della nascita.
Nelle ore successive al dramma, alcuni vicini di casa hanno raccontato di aver sentito il pianto di una neonata prima che tutto precipitasse nel silenzio. Un dettaglio che potrebbe essere rilevante e che sarà vagliato insieme agli esiti degli accertamenti forensi già avviati.
Le indagini medico-legali dovranno stabilire non solo l’esatto momento del decesso, ma anche se siano state attivate tutte le misure di sicurezza previste in casi critici e se le condizioni della madre e della bambina fossero adeguatamente monitorate, come richiesto dalle normative sanitarie.
Le autorità stanno inoltre verificando l’adeguatezza delle strumentazioni disponibili nella struttura e il rispetto dei protocolli previsti per gestire un parto potenzialmente complicato. La Procura attende i risultati completi dell’autopsia e degli esami istologici per valutare eventuali responsabilità penali.
La vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica, riaccendendo il dibattito sulla sicurezza del parto extraospedaliero e sulla necessità di maggiore vigilanza sulle case maternità. Il Ministero della Salute ha chiesto una relazione dettagliata alla Regione Lazio.