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“Batosta senza precedenti”. Elezioni regionali, sondaggi shock: chi rischia la figuraccia

Pubblicato: 17/09/2025 10:57

Il Centrodestra appare in vantaggio nelle elezioni regionali delle Marche, in programma per il 28 e 29 settembre. A guidare la coalizione è il presidente uscente Francesco Acquaroli, che secondo i principali sondaggi mantiene un margine solido sullo sfidante del Centrosinistra, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci.

Un rilevamento effettuato da Emg Different tra l’8 e il 10 settembre attribuisce ad Acquaroli il 52% delle intenzioni di voto, mentre Ricci si ferma al 46%. Un vantaggio di sei punti percentuali che conferma la tenuta del governatore in carica, sostenuto in particolare da Fratelli d’Italia e dagli altri partiti della coalizione.

La sfida si concentra nelle Marche, unica regione ancora in bilico tra quelle al voto in autunno. Le altre cinque vedono una situazione più definita: il Centrodestra è ampiamente favorito in Veneto e Calabria, mentre il Centrosinistra dovrebbe mantenere il controllo di Campania, Puglia e Toscana. Un’eventuale vittoria di Acquaroli porterebbe a un pareggio 3-3, considerato un risultato positivo per l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Anche un altro sondaggio, condotto da Termometro Politico, conferma il trend favorevole al Centrodestra, assegnando ad Acquaroli il 49,7% delle preferenze contro il 46,3% di Ricci. A livello di liste, Fratelli d’Italia si attesta come primo partito nelle Marche con un solido 31,5%, seguito dal Partito Democratico con il 29%.

La Lega si posiziona all’8%, Forza Italia al 7%, mentre il Movimento 5 Stelle si ferma al 6%, superato da Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) al 4%. Da segnalare anche la crescita di Democrazia Sovrana Popolare, che con il 3% potrebbe superare la soglia di sbarramento e ottenere seggi in Consiglio regionale.

Secondo i sondaggi, il 52% degli intervistati giudica positivamente l’operato di Acquaroli negli ultimi cinque anni. Il consenso è trasversale: raggiunge il 79% tra gli elettori di Centrodestra, ma anche il 65% tra quelli di centro, segno di un buon apprezzamento anche oltre la propria area politica.

Sul piano ideologico, il 25,8% degli elettori marchigiani si definisce di destra o centrodestra, mentre il 26,9% si colloca nel campo della sinistra o centrosinistra. Tuttavia, è interessante notare che un 29% degli intervistati dichiara di non identificarsi in alcun polo, segno di un elettorato fluido che potrebbe rivelarsi decisivo.

In una fase politica nazionale segnata da forte polarizzazione, il risultato delle elezioni regionali nelle Marche potrebbe avere anche una valenza simbolica: un test sul gradimento del governo Meloni e un possibile spartiacque in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. I riflettori, dunque, restano puntati su questa regione chiave.

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