
Donald Trump è arrivato a Londra con la first lady Melania, atterrando ieri a bordo dell’Air Force One per la sua seconda visita di Stato nel Regno Unito, onore che nessun altro leader straniero aveva ricevuto in tempi moderni. Ad accoglierlo, diplomatici, autorità e rappresentanti della corte, in un clima solenne che segna la volontà di rinsaldare un rapporto privilegiato tra Washington e Londra.
La giornata di ieri è stata dominata dal cerimoniale, con l’accoglienza ufficiale al Castello di Windsor da parte di Carlo III, definito da Trump “un amico” e “un gentleman elegante”. Dopo la parata militare, il programma si è concluso con il banchetto di Stato, ulteriore conferma della centralità del legame personale e istituzionale tra il sovrano e il presidente americano.
Ucraina e Nato al centro della giornata
Oggi la scena cambia: Trump incontrerà il premier Keir Starmer a Chequers, residenza di campagna dei capi di governo britannici. Sarà il momento della politica, con un’agenda dominata da Ucraina e Nato. Il presidente americano intende ribadire la necessità che gli alleati europei aumentino la spesa per la difesa e si assumano più responsabilità, mentre Londra cercherà di riaffermare il proprio ruolo di ponte tra Washington e l’Europa.
L’attenzione è rivolta soprattutto alla guerra ucraina, con gli Stati Uniti che chiedono nuovi impegni concreti sul fronte militare e Starmer che punta a confermare la piena adesione britannica alla linea atlantica. Non mancheranno riferimenti alla crisi in Medio Oriente, ma sarà l’asse sul fronte orientale a definire la sostanza del vertice.
Onori e contestazioni
Accanto alla solennità dei palazzi, ieri si sono viste anche le prime proteste: gruppi di manifestanti si sono dati appuntamento a Londra, con cortei e presidi annunciati fino a domani. La polizia ha rafforzato i dispositivi di sicurezza per evitare tensioni, in particolare nelle aree vicine al percorso presidenziale.
La visita di Trump si chiuderà domani con una conferenza congiunta. Sarà l’occasione per misurare se la retorica della “relazione speciale” si tradurrà in un vero rilancio strategico. Per ora resta chiaro che la posta più alta della missione riguarda Ucraina e Nato, i due pilastri su cui si gioca la credibilità occidentale in un mondo attraversato da conflitti e nuove sfide di sicurezza.