
«Da come è stata presentata la cosa a questo punto arrestatemi. Sinceramente, di tutto questo, la scomparsa di mia moglie, non ho niente a che fare. Perciò sono tranquillo, sereno». Così si è espresso Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, durante la sua prima partecipazione al programma Dentro la notizia. È lui l’unico indagato per la morte della donna, scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico.
Le dichiarazioni in tv
Intervistato da Gianluigi Nuzzi, Visintin ha ribadito la sua posizione: «Io continuerò sulla mia strada, su quelle che sono le mie possibilità. Sono a disposizione degli inquirenti se mi vogliono sentire, ho i miei consulenti, i miei avvocati che mi sono vicino, perciò sono sereno e tranquillo». Un atteggiamento che cerca di trasmettere calma, nonostante i dubbi e le polemiche che avvolgono ancora il caso.

Il giallo della GoPro
Uno degli aspetti più controversi riguarda le immagini contenute in una GoPro che, secondo gli inquirenti, avrebbero potuto rappresentare un alibi importante per Visintin. La cancellazione dei dati risulta avvenuta il 13 giugno 2023 alle 20.37, proprio nel giorno in cui veniva diffusa la notizia che un giudice aveva disposto nuovi accertamenti sul dispositivo.
Visintin ha liquidato la coincidenza: «Parliamo di un anno e mezzo dopo», ha spiegato, sottolineando che quelle schede erano già state consegnate agli investigatori e successivamente restituite. Per questo, a suo dire, era libero di gestirle come meglio credeva.
Il telefono regalato a un’amica
Un altro mistero riguarda un cellulare appartenuto a Visintin, poi ceduto a un’amica. La donna ha raccontato: «Mi ha detto che era un cellulare ricondizionato, ma non mi ha detto che era il telefono dell’epoca dei fatti. Io l’ho chiamato e gli ho detto, “Sebastiano, è quel telefono?”, e lui mi ha detto “sì”».
Sorpresa dalla scoperta, la donna ha scelto di consegnare il dispositivo alla questura: «Mi sono spaventata, ho detto ‘potrei avere qualcosa di importante’ e l’ho consegnato a chi di dovere».
Visintin ha offerto la sua versione: «Io questo telefono l’ho regalato a questa mia amica perché lei è professoressa, insegna agli istituti superiori, perciò mi fa ‘ho sempre dei problemi col telefono’. Mi sono offerto di darle la versione più vecchia di un dispositivo che avevo acquistato nuovo».
Un caso ancora aperto
Il mistero sulla morte di Liliana Resinovich resta dunque irrisolto. Le dichiarazioni di Visintin aggiungono nuovi elementi al dibattito, ma non dissipano le ombre su una vicenda che da quasi tre anni continua a dividere familiari, opinione pubblica e investigatori.