
Israele ha revocato il visto ad Angelo Bonelli e all’intera delegazione di Alleanza Verdi Sinistra. La visita, prevista per ottobre in Cisgiordania, non si terrà: il gruppo avrebbe dovuto incontrare attivisti, istituzioni locali e famiglie palestinesi, dopo una missione analoga realizzata la scorsa primavera. La decisione di Tel Aviv arriva in un clima politico e diplomatico già carico di tensioni, segnato dalla guerra a Gaza e dalle critiche internazionali al governo guidato da Benjamin Netanyahu.
La denuncia di Bonelli
È stato lo stesso Angelo Bonelli ad annunciare la notizia con un post sui social, usando toni durissimi: «Israele mi ha revocato il visto per entrare in Israele, non potrò andare in Cisgiordania nei territori palestinesi! La democrazia di Netanhayu è questa: fermare chi critica la pulizia etnica in corso o uccidere i giornalisti per impedire che sia documentato l’orrore a Gaza!».
Le parole del leader dei Verdi hanno immediatamente acceso il dibattito politico in Italia, tra chi vede in questa scelta una grave limitazione della libertà democratica e chi, invece, la considera una prerogativa di sicurezza nazionale da parte di Israele.

Una missione cancellata
La delegazione di Alleanza Verdi Sinistra avrebbe dovuto recarsi in Cisgiordania a ottobre per una serie di incontri con la società civile palestinese e le organizzazioni non governative impegnate nell’assistenza alla popolazione. La missione si inseriva nel solco del viaggio realizzato pochi mesi fa, che aveva già attirato l’attenzione delle autorità israeliane.
La revoca del visto colpisce l’intero gruppo, segnando di fatto un blocco a qualsiasi nuova iniziativa istituzionale dei parlamentari italiani in quei territori.
Reazioni e contesto
La mossa di Tel Aviv arriva in un momento in cui il conflitto a Gaza continua a mietere vittime e a polarizzare l’opinione pubblica internazionale. Le accuse di “pulizia etnica”, rilanciate da Bonelli, si aggiungono alle denunce delle organizzazioni umanitarie e alle prese di posizione di organismi sovranazionali come l’ONU.
Il riferimento del co-portavoce di Europa Verde agli attacchi contro i giornalisti – «uccidere i giornalisti per impedire che sia documentato l’orrore a Gaza» – richiama episodi che hanno già sollevato forte indignazione all’estero.
La decisione di Israele, dunque, non solo impedisce la missione, ma rischia anche di aprire un nuovo fronte di polemica politica tra Roma e Tel Aviv, in un contesto già segnato da accuse incrociate e sospetti di censura.