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Giorgio Armani, c’è un testimone sconosciuto: “Custode dei suoi segreti”. La verità sull’uomo 

Pubblicato: 18/09/2025 07:52

In una tranquilla mattina di sabato 5 aprile 2025, un evento di grande importanza e riservatezza ha avuto luogo nello studio del notaio Elena Terrenghi a Milano. Quel giorno, Giorgio Armani, una delle figure più influenti e iconiche del mondo della moda, si è presentato di persona per depositare il suo testamento segreto.

Questo documento, di cruciale importanza, era composto da sei fogli di carta A4, in parte scritti a macchina e in parte a mano, a riprova della sua personale e meticolosa cura nel definire le sue ultime volontà. Al testamento erano allegate anche due piantine di sue proprietà immobiliari, una ad Antigua e una a Pantelleria, dove lo stilista aveva indicato a penna la ripartizione tra gli eredi. L’intera procedura è stata sigillata con un punto metallico, un atto formale che ne sanciva l’integrità.

La consegna del testamento

L’intero processo di consegna è stato attentamente documentato in un verbale di deposito. Questo documento narra in dettaglio l’esatto momento in cui Armani ha consegnato le sue disposizioni. Lo stilista ha chiesto specificamente che il pacchetto di fogli e le planimetrie allegate fossero ulteriormente protetti. Il notaio Terrenghi ha quindi preso il testamento, lo ha inserito in una busta color seppia e l’ha chiusa e sigillata con della ceralacca. Questo ulteriore sigillo, applicato con la massima cura, ha garantito la riservatezza e l’inviolabilità del contenuto. La procedura, iniziata alle 10:45, si è conclusa in soli tredici minuti, alle 10:58, con la firma di tutte le persone presenti. Si è trattato di un passo fondamentale per “Re Giorgio”, che con questo secondo testamento ha deciso a chi attribuire i suoi beni personali, tra cui ville, preziose opere d’arte e investimenti finanziari, per un valore stimato di almeno tre miliardi di euro.

I testimoni: un notaio e un mistero

A rendere il momento ancora più solenne e legalmente inattaccabile, due testimoni erano presenti e hanno assistito all’intero processo. Il primo testimone era una figura attesa: Ruben Israel, contitolare dello studio notarile. La sua presenza garantiva una seconda supervisione professionale e una conferma della correttezza delle procedure. Tuttavia, il secondo testimone era un’incognita, una figura che ha immediatamente suscitato curiosità e domande. Si trattava di un signore di 73 anni proveniente da San Giorgio su Legnano, un piccolo comune in provincia di Milano. Il suo nome, Luigi Chiapparini, è stato riportato sul verbale insieme alla sua data di nascita e al suo domicilio, ma nient’altro. La sua presenza in un momento di tale importanza e riservatezza è apparsa subito enigmatica.

Chi è il signor Luigi?

La figura di Luigi Chiapparini è avvolta nel mistero. La sua presenza accanto a uno stilista del calibro di Armani durante il deposito del testamento segreto ha sollevato molti interrogativi. Perché proprio lui, un uomo apparentemente sconosciuto, era lì in un momento di estrema riservatezza? Le ricerche online su di lui sono scarse: niente profili social, poche informazioni e nessuna foto. Quel poco che emerge è il suo legame con l’ambito della consulenza finanziaria. Il suo nome appare infatti nell’albo dei consulenti finanziari. Si comincia così a delineare il profilo di un private banker, un professionista specializzato nella gestione di grandi patrimoni privati. Questa ipotesi trova ulteriore conferma quando si scopre che Chiapparini, negli anni Novanta, ha lavorato presso la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza e, dal 1999, è passato al Credit Suisse (oggi UBS). Ed è proprio da conti legati al Credit Suisse che provengono alcuni dei lasciti milionari che Armani ha destinato ai suoi amici e collaboratori, suggerendo un rapporto professionale di lunga data e di profonda fiducia.

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