
Episodi di violenza ripetuti e sempre più gravi, fino all’arresto. È la storia di un’avvocata penalista di Milano, specializzata anche in casi di violenza di genere, che da tempo subiva le aggressioni del compagno, un imprenditore 53enne di origini iraniane ora ai domiciliari nel suo appartamento di lusso in centro città.
Le indagini, coordinate dalla pm Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella, hanno ricostruito una sequenza di episodi che parte già dal 2023. In quell’anno una lite in un ristorante era degenerata: l’uomo aveva inseguito la compagna tentando di strozzarla, poi le aveva sferrato un pugno così violento da romperle lo sterno. Nonostante le denunce, la donna aveva sempre scelto di ritrattare o ridimensionare gli episodi.
L’ultima aggressione, avvenuta pochi mesi fa a Dubai, ha avuto conseguenze gravissime: l’imprenditore le avrebbe distrutto il cellulare, morso un dito nel tentativo di spezzarlo e colpita ripetutamente fino a provocarle la frattura multipla della mandibola. Nel tempo, le violenze sarebbero state accompagnate da minacce esplicite: «Ti taglio la testa e la mando a tua madre».
Secondo quanto denunciato dalla vittima, le aggressioni erano alimentate da abuso di alcol e cocaina. La donna, nelle sue dichiarazioni, aveva cercato più volte di giustificare la scelta di restare accanto al compagno: «Passata l’emotività, cerco sempre di analizzare la situazione in maniera razionale e ho capito che al netto di un comportamento socialmente riprovevole da parte del mio compagno, la scelta di non lasciarlo è stata solo mia. Lui è una persona molto sola che ho cercato di aiutare con amore, ma a volte bisogna accettare che l’amore non è abbastanza».
A far scattare l’arresto è stato il timore che l’uomo potesse arrivare a «un gesto estremo» nei confronti della donna e la «paura concreta» che potesse fare del male a lei e ai suoi figli.
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