
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha scelto Cagliari come palco per rilanciare la sua campagna contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. In occasione dell’assemblea regionale del sindacato e della manifestazione per Gaza, il leader sindacale ha espresso preoccupazioni forti sul futuro politico del Paese, denunciando il rischio di una svolta autoritaria. Secondo Landini, l’Italia rischia di diventare “una provincia dell’impero” seguendo politiche estere ispirate al modello di Donald Trump, senza possedere una propria strategia autonoma.
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Durante l’intervento, il segretario ha posto l’accento sulle disuguaglianze tra rappresentanza parlamentare e consenso reale tra i cittadini. “Chi governa ha ottenuto 12 milioni di voti, chi è all’opposizione 15, mentre 18 milioni di persone non sono andate a votare”, ha evidenziato, sottolineando come questa disparità renda problematico l’uso della maggioranza parlamentare per modificare la Costituzione o ridurre diritti senza dibattito pubblico.
Critiche al governo e ai sondaggi
Landini ha criticato duramente l’uso dei sondaggi politici come parametro per misurare la popolarità del governo. “I sondaggi sono aleatori, dipende da chi li fa, dove e quando”, ha detto, evidenziando che la maggioranza di chi governa non corrisponde alla maggioranza reale degli italiani. Il sindacalista ha inoltre denunciato il peso fiscale sui lavoratori e sui pensionati: “Il livello di tassazione del lavoro dipendente e dei pensionati non c’è in nessun’altra parte d’Europa”, un dato che, secondo lui, testimonia una gestione iniqua delle risorse.

La mobilitazione per Gaza e i diritti dei palestinesi
Durante il corteo a Cagliari, Landini ha posto l’accento sulla crisi in Medio Oriente, denunciando ciò che definisce una cancellazione dei diritti del popolo palestinese. “Difendere il diritto del popolo palestinese di esistere significa anche tutelare quello del popolo israeliano”, ha spiegato, sottolineando che il governo israeliano in carica sta, secondo lui, causando danni anche ai cittadini israeliani.
Il leader sindacale ha ribadito l’importanza di fermare l’invio di armi e di interrompere i rapporti commerciali con lo Stato ebraico, auspicando il riconoscimento dello Stato di Palestina. “Mai come adesso siamo vicini al rischio di una guerra che si estenda e che diventi una guerra mondiale”, ha ammonito, richiamando l’attenzione sulla necessità di politiche internazionali responsabili.

L’attacco alla maggioranza parlamentare
Landini ha messo in evidenza come la maggioranza parlamentare stia utilizzando la propria posizione per apportare modifiche significative alla legislazione e alla Costituzione senza un confronto reale con l’opposizione o con i cittadini. “È grave che chi ha la maggioranza in Parlamento non sia la maggioranza reale del Paese e stia cambiando diritti fondamentali senza discussione”, ha dichiarato.
Secondo il segretario, questa discrepanza tra rappresentanza formale e consenso reale rischia di minare la democrazia e di alimentare sfiducia tra i cittadini, aumentando il distacco tra istituzioni e popolazione.
Una sinistra pronta alla mobilitazione
Landini ha infine ribadito la sua volontà di posizionare la Cgil come punto di riferimento per la difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, senza rinunciare a esprimere critiche nette al governo. Il corteo per Gaza e le manifestazioni organizzate dalla confederazione sono state presentate come strumenti per far sentire la voce di chi chiede giustizia, equità e pace.
Il segretario ha chiuso il suo intervento con un monito alla politica nazionale: servono scelte responsabili, dialogo e ascolto della società civile, per evitare tensioni interne e pericoli internazionali. La posizione della Cgil resta chiara: tutela dei lavoratori, difesa dei diritti umani e impegno per una politica estera più equilibrata e rispettosa della pace.