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“Non è donna”. Macron, la moglie Brigitte costretta a mostrare le prove intime

Pubblicato: 18/09/2025 14:29

Il Presidente francese Emmanuel Macron e sua moglie, la Première dame Brigitte Macron, sono pronti a presentare a un tribunale statunitense una documentazione rigorosa e dettagliata che include prove fotografiche e scientifiche. L’obiettivo è dimostrare, in modo inconfutabile, che la Première dame è una donna.

Questa mossa legale si inserisce nel contesto di una causa per diffamazione intentata dalla coppia contro l’influencer statunitense di destra Candace Owens, la quale ha più volte sostenuto che Brigitte Macron fosse nata uomo.

La posizione dei Macron e l’impatto delle accuse

L’avvocato dei Macron, Tom Clare, intervistato dal podcast “Fame Under Fire” della BBC, ha rivelato che le accuse hanno avuto un impatto profondamente negativo sulla Première dame, che le ha trovate “incredibilmente sconvolgenti”. La situazione ha avuto ripercussioni anche sul presidente, come ha spiegato Clare: “Non voglio insinuare che in qualche modo lo abbiano destabilizzato. Ma come chiunque si destreggi tra carriera e vita familiare, quando la propria famiglia è sotto attacco, la cosa ti logora. E lui non ne è immune perché è il presidente di un Paese.”

Per confutare le affermazioni di Owens, la coppia è disposta a presentare una vasta gamma di prove. L’avvocato Clare ha preannunciato la presenza di “testimonianze di esperti di tipo scientifico”, e ha aggiunto che i Macron sono pronti a dimostrare pienamente, “sia genericamente che specificamente”, la falsità delle accuse. Alla domanda se avrebbero fornito foto di Brigitte incinta e intenta a crescere i suoi figli, Clare ha risposto affermativamente, confermando che tali prove esistono e saranno presentate in tribunale, dove sono in vigore “regole e standard” ben precisi. Nonostante il processo sia pubblico e la Première dame trovi “incredibilmente sconvolgente” l’idea di dover sottoporvisi e presentare questo tipo di prove, ha dichiarato la sua completa disponibilità.

Le accuse di Candace Owens e il loro contesto

Candace Owens, ex commentatrice del quotidiano conservatore statunitense Daily Wire e con milioni di follower sui social media, ha promosso la teoria secondo cui Brigitte Macron è un uomo. Nel marzo 2024, ha addirittura affermato che avrebbe scommesso la sua “intera reputazione professionale” su questa tesi. Le accuse contro la Première dame hanno avuto origine anni fa, in particolare da un video YouTube del 2021 delle blogger francesi Amandine Roy e Natacha Rey. I Macron hanno precedentemente vinto una causa per diffamazione contro Roy e Rey in Francia nel 2024, ma la sentenza è stata ribaltata in appello nel 2025. Tale decisione è stata basata su questioni procedurali legate alla libertà di espressione e non sulla sostanza del caso, e i Macron hanno già annunciato che presenteranno ricorso.

Nel mese di luglio, i Macron hanno deciso di intentare una causa contro Owens negli Stati Uniti. La denuncia sostiene che Owens “ha ignorato tutti gli elementi credibili a confutazione delle sue affermazioni, preferendo sostenere noti teorici della cospirazione e comprovati diffamatori”. Nel sistema legale americano, nei casi di diffamazione contro personaggi pubblici, i querelanti sono tenuti a dimostrare la cosiddetta “effettiva consapevolezza del male”, ovvero il fatto che l’imputato abbia consapevolmente diffuso informazioni false o abbia agito con “sconsiderato disprezzo della verità”.

Ad agosto, in un’intervista con la rivista francese Paris Match, il presidente Macron ha spiegato la sua decisione: “Si tratta di difendere il mio onore! Perché è una sciocchezza.” Ha inoltre ribadito che Owens “sapeva benissimo di essere in possesso di informazioni false e lo ha fatto con l’obiettivo di causare danni, al servizio di un’ideologia e con legami consolidati con leader di estrema destra.”

Gli avvocati di Owens hanno risposto alla causa con una mozione di archiviazione, sostenendo che il caso non dovrebbe essere discusso nel Delaware, poiché a loro dire, non riguarda le sue attività. Hanno affermato che costringerla a difendersi in quello Stato le causerebbe “notevoli difficoltà finanziarie e operative”. Dal canto suo, Owens ha più volte sostenuto la veridicità delle sue affermazioni, difendendo la sua posizione in nome della libertà di espressione e della possibilità di criticare.

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