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“Nonno mi ha toccato”. Bimba di 5 anni si rivolge alla mamma, poi la scoperta shock. Cosa era successo

Pubblicato: 18/09/2025 14:54

Il nonno era per lei la figura rassicurante e protettiva che ogni bambina sogna. Quell’abbraccio, un tempo fonte di calore, si era però trasformato in un tocco indesiderato, un’ombra minacciosa che le si annidava nell’innocenza. Le carezze erano diventate gesti che le provocavano dolore, e quella figura familiare si era trasformata in un aguzzino.

Lei, troppo piccola per comprendere la gravità di ciò che le stava accadendo, ha trovato il coraggio di sussurrare alla madre la verità. Parole innocenti, che hanno squarciato un velo di silenzio e hanno svelato un orrore che si consumava nel segreto delle mura domestiche. La madre, già tormentata dalle attenzioni morbose e dalle molestie di quell’uomo, ha capito immediatamente la gravità della situazione e ha deciso di porre fine a quell’incubo, agendo con una forza che non credeva di possedere.

Un uomo di 67 anni a processo per abusi

Una vicenda agghiacciante di abusi e violenza scuote la comunità di Bergamo. Un uomo di 67 anni è attualmente sotto processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata e lesioni personali ai danni della sua nipotina di soli 5 anni. A queste si aggiungono le molestie nei confronti della nuora, la madre della piccola. Un caso che getta luce sulle atrocità che possono consumarsi all’interno delle mura domestiche, dove il legame di fiducia tra familiari viene tradito e annientato.

Il dramma è venuto alla luce grazie alla coraggiosa confessione della bambina. Come riportato da Fanpage, la piccola si è rivolta alla madre con parole semplici ma cariche di un peso enorme: «Il nonno mi ha toccato e mi ha fatto male». Una frase che ha squarciato un velo di silenzio e ha fatto scattare l’immediata reazione della mamma, la quale ha agito con prontezza e determinazione per proteggere la figlia. La confessione della bambina è stata l’elemento chiave che ha permesso di avviare l’inchiesta e di portare l’uomo in giudizio, ponendo fine a un ciclo di abusi e sofferenza.

La violenza del 67enne non si è limitata alla nipote. La madre della bambina aveva infatti già subito molestie e attenzioni indesiderate da parte del suocero. L’uomo le inviava regolarmente telefonate, messaggi e persino foto di nudo non richieste. La donna aveva cercato di scoraggiarlo, provando a limitare i suoi comportamenti, ma i suoi sforzi erano stati vani. La sua storia di molestie si intreccia a quella della figlia, rivelando un quadro di violenza ben più ampio e radicato. La mamma ha dimostrato una forza d’animo incredibile, prima nel tentare di gestire una situazione difficile, poi nell’agire con fermezza per denunciare l’abuso sulla figlia.

La scoperta delle lesioni e le indagini

Dopo la confessione della bambina, la madre ha subito preso appuntamento con la pediatra di fiducia. La visita successiva al pronto soccorso ha confermato i timori più atroci: è stata riscontrata un’abrasione nella zona genitale della piccola. Questo riscontro medico ha fornito la prova oggettiva delle violenze subite, rendendo la denuncia ancora più forte e inconfutabile. La collaborazione tra la madre, il personale medico e le forze dell’ordine è stata fondamentale per raccogliere tutte le prove necessarie a procedere con il processo.

A seguito delle violenze, la bambina e sua madre sono state trasferite in una casa protetta. Questa misura di sicurezza è stata fondamentale per allontanarle dall’aggressore e garantir loro un ambiente sereno e sicuro, lontano da ulteriori pericoli. Il trasferimento in un luogo protetto evidenzia la gravità della situazione e la necessità di tutelare le vittime da ogni forma di ritorsione. Questo provvedimento permette alle vittime di affrontare il trauma in un ambiente protetto e di ricevere il supporto psicologico necessario per superare le terribili esperienze subite.

L’uomo di 67 anni è ora chiamato a rispondere delle sue azioni di fronte alla legge. Le accuse che gli vengono mosse sono pesantissime: violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate nei confronti della nipotina, e molestie verso la nuora. Il processo a Bergamo è destinato a fare da cassa di risonanza per un crimine efferato che ha lacerato il tessuto familiare. Le speranze sono che la giustizia possa fare il suo corso, portando a una condanna esemplare che serva da monito e che offra un briciolo di giustizia alle vittime di questo terribile sopruso.

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