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Separazione delle carriere, alla Camera arriva il terzo sì ma poi scoppia la rissa. Seduta sospesa

Pubblicato: 18/09/2025 12:51

Mercoledì 29 Maggio 2024 è stato un giorno di grande tensione e scontro politico alla Camera dei Deputati, culminato in una rissa verbale e fisica che ha portato alla sospensione della seduta. L’evento ha visto l’intersezione di due temi caldissimi nel dibattito politico italiano: la terza approvazione della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e le proteste accese delle opposizioni di sinistra contro il conflitto a Gaza. Questa convergenza di eventi ha creato un combinato disposto esplosivo che ha infiammato l’aula, mostrando le profonde divisioni che attraversano il parlamento. L’atmosfera è diventata palpabile e tesa fin dalle prime ore, con i deputati schierati su posizioni inconciliabili.

Lo scontro politico

Il pretesto per l’inizio della rissa è arrivato poco dopo le 12, in un momento di esultanza della maggioranza. Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha esultato in piedi dal suo scranno di governo, celebrando la “grande vittoria” per l’approvazione della separazione delle carriere. Un gesto che ha voluto onorare la memoria di Silvio Berlusconi, da sempre sostenitore di questa riforma. Contemporaneamente, il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto ha stretto i pugni al cielo in segno di vittoria, amplificando il senso di trionfo della maggioranza. Questi gesti, visti dalle opposizioni come una provocazione, hanno scatenato la reazione immediata e furibonda di Partito Democratico (PD), Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e Movimento 5 Stelle (M5S). La capogruppo del PD, Chiara Braga, ha attaccato pubblicamente Tajani per aver partecipato ai cori di giubilo.

Le grida della sinistra

L’indignazione delle opposizioni è stata alimentata anche dalla contemporanea protesta per la “carneficina a Gaza”. Deputati di sinistra hanno gridato il loro sdegno, con un gruppo nutrito, tra cui Fornaro, Cuperlo, Stumpo, Amendola e la segretaria del PD Elly Schlein, che è sceso verso i banchi del governo. La tensione è salita alle stelle quando le urla si sono trasformate in un tafferuglio fisico, con alcuni deputati che sono venuti alle mani. La situazione è precipitata, richiedendo l’intervento dei commessi della Camera, schierati su richiesta del vicepresidente Sergio Costa che presiedeva la seduta. I tentativi di riportare la calma si sono dimostrati molto difficili, dimostrando la profondità dello scontro.

La questione Israele

A rendere ancora più incandescenti gli animi ha contribuito la vicenda di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei. La destra lo ha applaudito per aver disertato la Commissione UE al momento del voto sulle sanzioni a Israele, gesto interpretato dalle opposizioni come un segnale di allineamento del governo italiano alle posizioni israeliane, ignorando le sofferenze del popolo palestinese. Questo ulteriore elemento di attrito ha amplificato la rabbia della sinistra, che ha visto nel comportamento di Fitto una mancanza di sensibilità e di responsabilità internazionale. Questa dinamica ha trasformato una protesta politica in un vero e proprio scontro di valori, dove da una parte c’era la celebrazione di una riforma giudiziaria e dall’altra il grido di dolore per le vittime di un conflitto internazionale. Il mix di questi due temi ha reso la situazione ingestibile e la sospensione della seduta è stata l’unica via possibile per tentare di placare gli animi.

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