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Sinner, rubati i suoi dati celebrali: “Ecco cosa vogliono fare”. Assurdo

Pubblicato: 18/09/2025 10:04

Quella che a prima vista potrebbe sembrare la trama di un romanzo di spionaggio, ricca di intrighi internazionali, tecnologia futuristica e segreti governativi, si sta rivelando, secondo il giornalista investigativo americano Pablo Torre, una sconcertante realtà.

Nel suo podcast “Pablo Torre Finds Out”, in collaborazione con Hunterbrook Media, Torre ha svelato i risultati di un’indagine durata sei mesi che getta una luce inquietante su presunte attività di spionaggio cinese, che avrebbero come bersaglio nientemeno che le menti di alcuni degli atleti più celebri del mondo, tra cui il tennista italiano Jannik Sinner.

Le onde cerebrali nel mirino

Al centro di questa intricata vicenda c’è un dispositivo chiamato FocusCalm, una fascia (o headband) utilizzata da molti sportivi di élite per il mental training. Questo strumento, apparentemente innocuo, è progettato per misurare e analizzare le onde cerebrali degli utenti, fornendo dati sul loro stato di concentrazione e calma. L’obiettivo, per gli atleti, è migliorare le proprie performance allenando la mente a gestire la pressione e a trovare il proprio “stato di flusso”. Tuttavia, l’indagine di Torre suggerisce che questi dati sensibili non rimarrebbero confinati ai profili personali degli atleti, ma verrebbero segretamente trasmessi e raccolti per scopi ben diversi. Tra i nomi illustri menzionati nel podcast, oltre a Jannik Sinner, figurano la tennista Iga Swiatek, la sciatrice Mikaela Shiffrin e il pilota di Formula 1 Charles Leclerc, le cui onde cerebrali sarebbero state, secondo le accuse, “rubate” e spedite al governo cinese.

La connessione cinese

La società madre di FocusCalm, BrainCo, si trova al centro di questo scandalo. La storia di questa startup è, secondo Torre, fondamentale per comprendere la portata della presunta operazione di spionaggio. BrainCo è nata come una startup di Harvard, ricevendo per quasi un decennio ingenti finanziamenti da enti governativi cinesi. Dopo questo periodo di supporto finanziario, la società ha trasferito la sua sede in Cina, cementando ulteriormente i suoi legami con il Paese asiatico. Ma la rivelazione più preoccupante riguarda le attuali collaborazioni di BrainCo. La società, sempre secondo l’inchiesta, starebbe lavorando con aziende di robotica con un obiettivo dichiarato e agghiacciante: “addestrare i futuri soldati”. Questo collegamento getta una luce sinistra sul vero scopo della raccolta di dati sugli atleti.

L’obiettivo: la guerra del futuro

Se le accuse di Pablo Torre si rivelassero fondate, la vicenda di FocusCalm e BrainCo andrebbe ben oltre il semplice furto di dati. Si tratterebbe di un’operazione strategica di vasta portata, finalizzata all’applicazione delle neuroscienze nel contesto militare. L’idea, per quanto fantascientifica possa sembrare, è che le informazioni sulle prestazioni cognitive di atleti di altissimo livello possano essere utilizzate per addestrare sistemi di intelligenza artificiale e robotica militare. Analizzando le onde cerebrali di individui che eccellono in situazioni di stress estremo e che riescono a mantenere una calma quasi soprannaturale, il governo cinese potrebbe essere in grado di creare algoritmi capaci di simulare e replicare questa “calma sotto pressione” in macchinari e soldati. Torre sostiene che i dati rubati verrebbero usati specificamente per applicazioni aeronautiche e militari del futuro, come il pilotaggio di droni o la gestione di sistemi d’arma complessi. In un’epoca in cui la superiorità tecnologica e la guerra ibrida sono le nuove frontiere del conflitto, il controllo sulla mente e sulle performance cognitive dei campioni del mondo si configura come la mossa definitiva per ottenere un vantaggio strategico decisivo.

Le reazioni e le implicazioni

Le rivelazioni del podcast hanno scosso il mondo dello sport e della tecnologia, sollevando un’onda di interrogativi e preoccupazioni. Le aziende coinvolte, in particolare BrainCo, non hanno ancora rilasciato dichiarazioni esaustive, ma la storia ha già raggiunto una risonanza globale. Se confermata, questa spy-story avrebbe profonde implicazioni a livello di privacy, sicurezza nazionale e etica. Metterebbe in discussione la fiducia che gli utenti ripongono nelle tecnologie di biofeedback e solleverebbe domande cruciali sul controllo e la gestione dei dati personali, specialmente quando questi hanno un valore strategico così alto. L’indagine di Pablo Torre, dunque, non è solo una cronaca di spionaggio, ma un monito potente sulla necessità di vigilare sull’intersezione sempre più stretta tra tecnologia, mente umana e potere geopolitico.

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Ultimo Aggiornamento: 18/09/2025 10:07

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