
La scena è apparsa insolita agli occhi di chi è abituato a vederla nei palazzi della politica, con tailleur impeccabili e passo sicuro da leader. Eppure, l’11 settembre scorso, Giorgia Meloni ha deciso di indossare un abito completamente diverso: occhiali neri, cappellino con visiera calato sul volto, leggings e maglietta nera. Un look studiato per passare inosservata, per confondersi tra gli altri genitori e accompagnare in tranquillità la figlia Ginevra nel suo primo giorno di scuola.
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Il gesto, immortalato da alcune foto pubblicate dal settimanale Gente, racconta molto più di quanto possa sembrare. Non c’erano guardie del corpo, né collaboratori, né scorte a proteggerle le spalle. Solo lei e la bambina, con uno zaino trolley trascinato con fatica sul marciapiede. Una scena di normalità quasi disarmante per una premier, che ha scelto di mettere da parte i riflettori per difendere un momento intimo e familiare.
La tutela della figlia come priorità
Quella di Meloni non è stata una decisione casuale. Dietro a quel travestimento improvvisato, c’era la volontà di regalare alla figlia un ingresso a scuola senza clamore, lontano dagli obiettivi dei fotografi e dalle pressioni della politica. In un contesto in cui ogni suo spostamento viene seguito e commentato, la premier ha voluto costruire un piccolo spazio di normalità per la bambina, che da anni cresce all’ombra della figura pubblica della madre.
Ginevra è nata dalla relazione con Andrea Giambruno, terminata nel 2023 dopo che Striscia la Notizia aveva diffuso alcuni fuorionda sessisti del giornalista. Nonostante la separazione, Meloni ha sempre ribadito il desiderio di essere una mamma presente, capace di conciliare i doveri istituzionali con quelli familiari. Anche in passato ha dimostrato questa attenzione, come quando aveva deciso di portare con sé la figlia a New York, in occasione del compleanno della bambina.

Il sostegno ricevuto dopo le polemiche
Quel viaggio aveva sollevato polemiche e critiche da parte di chi riteneva inopportuno mescolare vita privata e incarichi pubblici. Tuttavia, Meloni aveva ricevuto il sostegno pubblico di figure del mondo dello spettacolo come Serena Autieri e Antonella Clerici, che avevano difeso la sua scelta di dare priorità anche alla dimensione familiare.
Il gesto di presentarsi in forma anonima davanti ai cancelli della scuola conferma questa linea: la volontà di offrire a Ginevra una quotidianità il più possibile simile a quella dei suoi coetanei, lontana da telecamere e cerimoniali. È una scelta che racconta un lato meno visibile della premier, spesso associata solo al rigore politico e alla fermezza istituzionale, ma che in questo caso ha lasciato spazio al lato materno e protettivo.

Un gesto di normalità che fa notizia
Il fatto che questa scena abbia fatto notizia dimostra quanto sia raro, per chi occupa ruoli di potere, poter vivere momenti di vita privata senza interferenze. In un’epoca in cui ogni gesto pubblico viene analizzato, fotografato e commentato, Meloni ha cercato di sottrarre almeno questo frammento alla cronaca politica.
Il travestimento non era una fuga dalle responsabilità, ma un modo per proteggere la figlia e conservare l’autenticità di un momento importante: il primo giorno di scuola, quello che per ogni bambino segna un passaggio decisivo. Una scelta che, pur semplice, racconta più di mille discorsi sulla difficoltà di conciliare potere e maternità.