
La vicenda della morte di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022, continua a tenere alta l’attenzione mediatica e giudiziaria. Sebastiano Visintin, indagato per la scomparsa e la morte della moglie, ha ribadito la propria volontà di difendersi e di attendere il momento opportuno per presentare agli inquirenti le proprie ricostruzioni, definite “inattaccabili”.
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Ospite del programma Mediaset “Dentro la Notizia”, Visintin ha commentato le recenti dichiarazioni di Claudio Sterpin, amico stretto di Liliana fino a poco prima della scomparsa. «Se Sterpin ha qualcosa da dire, lo dica agli inquirenti. Noi abbiamo determinate cose e ricostruzioni. Al tempo giusto con gli avvocati tireremo fuori i nostri assi», ha dichiarato. Visintin si è mostrato cauto nel definire la natura della morte della moglie: «Sono convinto che qualcosa sia successo a Liliana, anche se ancora non si sa se è stato un suicidio o un omicidio. Non ci sono elementi che possano portare da una parte o dall’altra. Sono sereno e tranquillo».
La cancellazione dei filmati della GoPro
Negli ultimi mesi, le indagini su Visintin si sono intensificate, in particolare per quanto riguarda il materiale elettronico in suo possesso. La Polizia Postale ha rilevato la cancellazione dei file presenti sulla scheda SD della GoPro utilizzata dall’ex arrotino il 14 dicembre, giorno della scomparsa di Liliana. Secondo gli inquirenti, la cancellazione sarebbe avvenuta il 13 giugno 2023, subito dopo il rifiuto del GIP Dainotti di archiviare le indagini e la disposizione di ulteriori accertamenti.
Visintin ha spiegato che i dati della scheda SD erano stati trasferiti su alcuni hard disk, già analizzati dagli inquirenti, come parte del suo alibi. Tuttavia, il fratello della vittima, Sergio Resinovich, ha contestato questa versione: secondo lui, alcuni hard disk sarebbero stati recuperati dalla casa di un amico di Visintin e non direttamente dagli investigatori, e il materiale contenuto sarebbe stato manipolato per impedirne la visione alle forze dell’ordine.

Dispositivi elettronici e nuovi accertamenti
Oltre alla GoPro, nel mirino degli inquirenti ci sarebbe anche un cellulare regalato da Visintin a un’amica, anch’esso oggetto di accertamenti tecnici. L’attenzione degli investigatori sul materiale digitale è destinata a chiarire i dettagli del giorno della scomparsa e a verificare eventuali incongruenze nella versione dell’ex arrotino.
Visintin, comunque, continua a dichiararsi estraneo alla morte della moglie e condanna qualsiasi atto criminale: «Se c’è un assassino – ha affermato – provo disprezzo per quello che ha fatto, per aver rovinato la mia vita e i 32 anni vissuti con Liliana».
Le tensioni tra famiglia e indagato
Il rapporto tra Visintin e la famiglia della vittima appare sempre più conflittuale. Sergio Resinovich ha più volte messo in dubbio la sincerità dell’ex arrotino, accusandolo di fornire versioni incomplete o fuorvianti sui dispositivi elettronici e sulle circostanze della morte della moglie. Le dichiarazioni pubbliche di Visintin, in questo contesto, aggiungono ulteriori tensioni e alimentano l’interesse mediatico attorno a un caso che rimane ancora senza una verità giudiziaria definitiva.
Gli sviluppi delle indagini e i nuovi accertamenti sulla GoPro, sugli hard disk e sul cellulare saranno determinanti per chiarire la vicenda. La strategia difensiva di Visintin, basata su ricostruzioni “inattaccabili” e sui cosiddetti assi nella manica, sarà scrutinata attentamente dagli inquirenti, mentre la famiglia Resinovich resta vigile sul corretto svolgimento delle indagini.

Un caso ancora senza risposta
La morte di Liliana Resinovich continua a rappresentare uno dei casi più complessi e seguiti in Italia. Tra accuse, contraddizioni e nuove evidenze, l’inchiesta sul ruolo di Sebastiano Visintin rimane al centro dell’attenzione pubblica e giudiziaria. La prossima fase dell’indagine e l’eventuale processo potrebbero finalmente fare luce su una vicenda che da oltre due anni tiene alta l’attenzione della cronaca nazionale.
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