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Miracolo di San Gennaro, la notizia è appena arrivata. Fedeli in ansia 

Pubblicato: 19/09/2025 11:27

Napoli è in attesa per il prodigio secolare della liquefazione del sangue di San Gennaro. L’evento, che avviene in date fisse durante l’anno, è un momento di profonda spiritualità e speranza per la città e i fedeli in tutto il mondo. Il miracolo, annunciato dal clero con una formula tradizionale, rappresenta un segno della vicinanza e della protezione del santo patrono verso la sua gente.

L’attesa e la preghiera per la liquefazione sono parte integrante di una tradizione che si tramanda da secoli, un rito che unisce fede, storia e identità culturale napoletana. Quest’anno la celebrazione assume un significato ancora più profondo, viste le tante guerre sparse per il mondo.

Il miracolo di San Gennaro è avvenuto

A Napoli si è rinnovato il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. L’evento, avvenuto alle 10:08, è stato annunciato con gioia dall’abate della Cappella del Tesoro di San Gennaro, monsignor Vincenzo De Gregorio, durante la messa celebrata dal cardinale Mimmo Battaglia nel Duomo. La notizia che la reliquia è stata trovata completamente liquida ha riempito di speranza i fedeli. Tuttavia, la celebrazione di quest’anno ha assunto un significato più profondo, arricchito dal messaggio toccante e potente del cardinale Battaglia. Il suo appello a unire idealmente il sangue di San Gennaro a quello delle vittime innocenti dei conflitti attuali ha trasformato il rito in una riflessione universale sulla violenza e la sofferenza.

Durante l’omelia, il cardinale Battaglia ha riflettuto sul significato del sangue, definendolo un linguaggio universale che “ci brucia addosso” e “chiede conto a tutti”. Ha sottolineato come il sangue di San Gennaro si mescoli simbolicamente a quello versato in Palestina, in Ucraina e in ogni terra martoriata dalla violenza. Per il cardinale, la violenza non è onnipotente ma solo “rumore”, un concetto che contrasta con la sacralità del sangue innocente, che definisce un “sacramento rovesciato”. Questo paragone non è solo una metafora, ma un invito a considerare ogni goccia di sangue versata ingiustamente come una profanazione, una violazione della vita stessa.

L’appello a unire i dolori

Il cardinale ha proseguito il suo discorso con un’immagine forte e provocatoria: se potesse, raccoglierebbe in un’ampolla il sangue di ogni vittima, bambini, donne e uomini di ogni popolo, e lo esporrebbe nel Duomo di Napoli accanto a quello del santo patrono. Questo gesto simbolico servirebbe a fare in modo che “nessun rito ci assolva dalla responsabilità” e che la preghiera “senta il peso di ogni ferita e non scivoli via”. In un momento di grande significato spirituale per i napoletani, l’arcivescovo ha scelto di usare la sua voce per riportare l’attenzione sui drammi globali.

Il sangue dei bambini di Gaza

Il culmine dell’omelia è arrivato con l’affermazione più audace del cardinale Battaglia: “È il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all’ampolla del santo”. Questa frase ha unito il prodigio di San Gennaro, simbolo di fede e speranza per Napoli, alla cruda realtà del conflitto in Medio Oriente. La sua scelta di menzionare specificamente i bambini di Gaza non è casuale. I bambini, innocenti per eccellenza, sono le vittime più vulnerabili di ogni guerra. L’esposizione del loro sangue, anche se solo in un’ideale ampolla, sarebbe un promemoria costante della sofferenza che non può essere ignorata.

La riflessione del cardinale si è conclusa con un’ulteriore, profonda affermazione: “non esistono ‘altre’ lacrime: tutta la terra è un unico altare”. Questa frase sintetizza il messaggio di fondo di tutta l’omelia. Non esiste un dolore che sia più o meno importante di un altro. Ogni sofferenza è parte di una grande, unica sofferenza umana. Di fronte a questo altare universale, ogni individuo è chiamato a confrontarsi con la propria responsabilità. La liquefazione del sangue di San Gennaro, un evento di fede e speranza, si trasforma così in un richiamo all’umanità condivisa e alla necessità di agire per la pace e la giustizia in ogni angolo del mondo.

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