
La notizia ha sconvolto tutti, lasciando la comunità di Santi Cosma e Damiano senza fiato e con il cuore pesante. Paolo Mendico, solo 14 anni, si è tolto la vita, gettando luce su una realtà di bullismo che spesso rimane nascosta dietro sorrisi e silenzi. Mentre i genitori cercano risposte e giustizia, la storia di Paolo diventa il simbolo di un malessere collettivo che non si può più ignorare.
Il dolore dei genitori e il peso del silenzio


Un dramma che parte dai banchi: sotto inchiesta la scuola
L’inchiesta aperta dalla Procura dei minori di Roma parla chiaro: si indaga per istigazione o aiuto al suicidio. I genitori di Paolo hanno denunciato alcuni compagni di classe, accusati di averlo umiliato e isolato per mesi. Il controllo dei cellulari e delle chat punta a ricostruire ogni dettaglio, mentre il sospetto cresce che il bullismo sia andato oltre la scuola, invadendo anche la vita online e i momenti privati di Paolo.

Le parole che feriscono: il lato oscuro delle offese tra ragazzi
“Ormai è morto, e ci cachi gliu cazz…”: questa la frase scioccante pronunciata in dialetto da alcuni ragazzi del paese, secondo la testimonianza di Sergio al Corriere della Sera. Solo quando si sono accorti di essere ascoltati, si sono ricomposti. Queste parole, lanciate con leggerezza, raccontano di un clima pesante e di una cultura dell’indifferenza che ha logorato Paolo giorno dopo giorno. Un gioco che gioco non è mai stato, ma che ha lasciato ferite invisibili e profonde.

Adulti assenti, segnali ignorati: la responsabilità di chi poteva agire
I genitori, Simonetta e Giuseppe Mendico, raccontano di aver segnalato più volte i fatti agli insegnanti, senza mai ottenere risposte concrete. Le chat tra famiglie e docenti ora sono al vaglio degli inquirenti, ma resta il dubbio che molti segnali siano stati ignorati.
Il ruolo della scuola e il bisogno di ascolto
La dirigente dell’istituto ammette le difficoltà nella gestione delle relazioni tra studenti, mentre altri docenti minimizzano l’accaduto. Nemmeno la psicologa che seguiva Paolo aveva intuito l’entità del disagio. Eppure la domanda resta: quali segnali sono sfuggiti? Cosa si poteva fare di più?
Solidarietà e memoria: la comunità si stringe attorno alla famiglia
La garante dell’infanzia del Lazio, Monica Sansoni, ha chiesto un incontro con il sindaco Franco Taddeo e la famiglia di Paolo. Intanto il paese si prepara a una fiaccolata, accompagnata dal messaggio social «Buon viaggio Paolo».
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