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Salvini alla tv israeliana: “Genocidio a Gaza? Lo dicono gli antisemiti”. Esplode la polemica: “Squallido servo di uno Stato terrorista”

Pubblicato: 19/09/2025 08:33
Salvini tv israeliana Gaza

Certe parole, una volta pronunciate, riescono a superare il perimetro dell’intervista e a trasformarsi in detonatori di polemiche. È ciò che è accaduto nelle ultime ore dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini, rilasciate durante un colloquio con l’emittente israeliana i24 News. L’intento, nelle sue parole, era quello di portare una voce di equilibrio e sostegno, ma il risultato è stato diametralmente opposto: una fiammata che ha incendiato i social e diviso l’opinione pubblica.
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I commenti si sono moltiplicati in pochi minuti, trasformando i profili ufficiali del leader della Lega in un’arena di accuse. “Squallido servo di uno stato terrorista e criminale” scrive un utente, mentre un altro rilancia: “Non in mio nome buffone ciarlatano!”. Espressioni durissime che testimoniano la frattura tra una parte consistente della società civile italiana e la linea tenuta da Salvini sulla guerra nella Striscia di Gaza.

Le dichiarazioni sul conflitto in Medio Oriente

Nel corso dell’intervista, il vicepremier ha commentato l’ultimo assalto condotto dall’Idf su Gaza City, sottolineando “il diritto di Israele a difendersi” contro il “terrorismo di Hamas” e assicurando che “l’Italia resterà un Paese amico di Israele”. Parole pronunciate mentre la comunità internazionale, ormai quasi compatta, denuncia le operazioni israeliane come atti di genocidio contro il popolo palestinese.

Salvini ha aggiunto di augurarsi per Israele “un futuro sereno”, ribadendo la sua contrarietà al riconoscimento immediato dello Stato di Palestina. Una posizione che stride con quella espressa, nello stesso giorno, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che da un palco ad Ancona ha definito “sproporzionata” la risposta militare israeliana agli attentati del 7 ottobre, sostenendo che l’Italia “non può condividerla”.

Un dialogo a tratti imbarazzato

Interpellato sulla crescente ondata di manifestazioni pro-Palestina, Salvini ha liquidato i partecipanti come persone “che non sanno per cosa stanno protestando” e ha indicato il “terrorismo islamico” come “principale problema del mondo”. Le sue parole sono apparse forzate, pronunciate con evidente cautela, quasi a voler bilanciare la linea di governo e quella del suo partito.

Quando la giornalista ha spostato il focus sull’invasione di Gaza City, ormai ridotta in macerie, Salvini ha specificato di parlare “come capo della Lega e non a nome di tutti”, prendendo così le distanze dalle posizioni più critiche espresse da ministri come Antonio Tajani e Guido Crosetto, che avevano manifestato contrarietà alle azioni dell’esercito israeliano.

Critiche all’Onu e fedeltà a Israele

Alla domanda sulla Commissione Onu che ha accusato Benjamin Netanyahu di crimini contro l’umanità, Salvini ha reagito con scetticismo, sostenendo che “l’Onu vale come alcune istituzioni europee, complici di un antisemitismo dilagante”. Ha quindi attaccato anche Bruxelles, che proprio nelle stesse ore ha annunciato un pacchetto di sanzioni contro Israele su cui dovrà esprimersi anche l’Italia.

Gli amici si vedono nei momenti più difficili” ha aggiunto Salvini, promettendo che l’Italia “non si allineerà mai al politicamente corretto anti-israeliano”. Un’affermazione che ha ulteriormente alimentato le critiche online, dove molti utenti hanno accusato il ministro di “difendere un governo responsabile di massacri di civili” e di “screditare le istituzioni internazionali pur di schierarsi con i carnefici”.

Un solco profondo nell’opinione pubblica

Il leader della Lega ha infine respinto l’idea di un riconoscimento immediato dello Stato di Palestina, definendolo “un errore clamoroso” e ribadendo la necessità di “sradicare Hamas” prima di ogni passo diplomatico. Ha concluso il colloquio ricordando il “premio Italia-Israele” ricevuto a luglio, sostenendo che per il nostro Paese “non è il momento di aver paura, ma di dimostrare da che parte si sta”.

Eppure, mentre nelle sue parole Israele appare come l’ultimo baluardo di “libertà e democrazia”, il web ribolle di indignazione. Sotto ogni post dedicato alla vicenda, centinaia di utenti insistono: “Non in mio nome”. Per molti, l’intervento di Salvini non rappresenta una posizione di equilibrio, ma l’ennesimo atto di acquiescenza politica verso uno Stato accusato di atrocità contro i civili palestinesi. Una frattura profonda, che difficilmente potrà ricomporsi con qualche dichiarazione d’intenti.

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Ultimo Aggiornamento: 19/09/2025 09:05

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