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“Parole gravi e pericolose”. Elly Schlein parla e il governo esplode di rabbia: il caso

Pubblicato: 19/09/2025 21:22

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è tornata ad attaccare frontalmente il governo Meloni, lanciando un ultimatum sul tema delle sanzioni a Israele e del riconoscimento dello Stato di Palestina. Durante la manifestazione della Cgil su Gaza tenutasi a Bologna, Schlein ha dichiarato che il Pd è pronto a bloccare i lavori d’Aula finché la premier Giorgia Meloni non chiarirà la posizione italiana in sede europea e internazionale.

“Continuiamo a insistere davanti a un governo che usa solo parole di circostanza mentre nei fatti frena qualsiasi risposta europea sulle sanzioni”, ha detto Schlein dal palco. “Abbiamo interrotto i lavori del Parlamento ieri e siamo pronti a farlo ancora”, ha aggiunto, esprimendo la frustrazione del centrosinistra per la linea definita “ambigua” dell’esecutivo su Gaza.

Le dichiarazioni della leader dem giungono all’indomani di una seduta parlamentare tesa, che ha visto scontri tra deputati subito dopo il via libera definitivo alla riforma della giustizia sulla separazione delle carriere. In quell’occasione, i parlamentari Pd avevano tentato un’occupazione simbolica dei banchi del governo, tra cori e cartelli, sotto lo sguardo attento di Schlein e della capogruppo Chiara Braga.

Ma oggi la segretaria Dem alza ulteriormente il tiro, minacciando esplicitamente lo stop ai lavori parlamentari come forma di protesta. Le sue parole non sono passate inosservate e hanno suscitato reazioni indignate da parte della maggioranza.

A rispondere è stato il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, che ha definito “gravissime” le dichiarazioni della leader del Pd: “Bloccare il Parlamento significa impedire la democrazia, significa usare la forza per impedire il dibattito”, ha dichiarato in una nota. Malan ha poi invitato Schlein a “chiarire o smentire” quelle che considera affermazioni pericolose in un momento politico già segnato da tensioni crescenti.

“La Camera e il Senato – ha proseguito Malan – sono luoghi della sovranità popolare, non teatri di protesta permanente. In un momento delicato come questo, serve responsabilità, non toni incendiari”. Anche altre voci della maggioranza si sono unite al coro delle critiche, bollando l’atteggiamento del Pd come “demagogico e strumentale”.

Il Partito Democratico, dal canto suo, ribadisce che la protesta è “legittima e necessaria” e punta il dito contro l’immobilismo del governo italiano in sede europea. In particolare, Schlein chiede spiegazioni su come l’Italia abbia votato o intenda votare sulle sanzioni a Israele e sul riconoscimento dello Stato di Palestina all’Onu.

Sul piano internazionale, la posizione italiana resta in bilico, stretta tra gli impegni con l’Ue, gli interessi atlantici e le pressioni interne. La premier Meloni non ha ancora risposto pubblicamente alle accuse di Schlein, ma si attende una possibile replica nelle prossime ore, anche alla luce delle nuove tensioni tra opposizione e governo.

Nel frattempo, il Pd conferma la volontà di mantenere alta l’attenzione sul conflitto in Medio Oriente e annuncia nuove iniziative in Parlamento, nelle piazze e nelle sedi istituzionali, per chiedere una posizione più netta del governo italiano sul dramma di Gaza.

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