
Un destino comune, intrecciato tra lavoro, amicizia e famiglia. La tragedia avvenuta alla Ecopartenope di Marcianise ha spezzato le vite di tre uomini, uniti non solo dal mestiere ma anche da un legame umano che li rendeva parte di una grande famiglia allargata. Pasquale De Vita, Ciro Minopoli e Antonio Diodato: i loro nomi oggi raccontano una storia fatta di dedizione, sacrificio e affetti quotidiani.
Pasquale De Vita, il titolare che non smetteva di “sporcarsi le mani”
Aveva 51 anni, era marito e padre di due figli grandi, e per tutti era “un uomo che non si arrende mai”, come lo descrive la figlia Sara. Pasquale De Vita non era soltanto l’imprenditore della Ecopartenope: amava lavorare accanto ai suoi dipendenti, indossando la tuta e condividendo con loro la fatica. Prima di fondare l’azienda si era reinventato, passando da titolare di un salone di bellezza al settore dei rifiuti, con la stessa determinazione che lo aveva sempre contraddistinto.
Sui social raccontava momenti semplici: cene, viaggi, partite a bowling, tutti vissuti con la moglie Luisa e i figli. Amici e parenti lo descrivono come una persona generosa: «In trent’anni di amicizia avrei potuto scrivere un libro per raccontare quanto sei speciale», gli aveva scritto un amico al suo cinquantesimo compleanno. Oggi quelle parole hanno il sapore amaro dell’addio.

Ciro Minopoli, l’ironia e la passione per il Napoli
Rappresentante per la sicurezza dei lavoratori, Minopoli era una presenza solida nello stabilimento. Ma fuori dal lavoro era noto per il suo carattere solare e la passione sfrenata per il calcio. I suoi profili social erano pieni di battute e video ironici sul Napoli, il suo grande amore sportivo. Chi lo conosceva lo ricorda come un uomo capace di strappare un sorriso anche nei momenti più duri.
Antonio Diodato, la famiglia al centro della vita
Il più riservato dei tre era Antonio Diodato, che usava i social soprattutto per raccontare la vita familiare. Per lui moglie e figli erano il cuore di tutto: ogni foto, ogni post riportava a quel nucleo che era il suo rifugio e la sua forza. Operaio instancabile, condivideva con i colleghi il duro lavoro quotidiano e la speranza di un futuro migliore.

Tre vite spezzate insieme
Insieme affrontavano turni e difficoltà, insieme hanno trovato la morte nell’esplosione che ha sconvolto Marcianise. Tre destini uniti fino alla fine. «Adesso basta — scrive qualcuno sui social — basta con i morti senza colpa e senza colpevole».
