
La tensione cresce e l’aria che si respira nei palazzi del potere non è più quella dei giorni ordinari. A Palazzo Chigi la sensazione è chiara: gli sconfinamenti russi nello spazio aereo dell’Alleanza non sono errori, ma provocazioni deliberate, messaggi inviati da Mosca per testare i riflessi militari e politici dell’Occidente. Giorgia Meloni, consapevole della gravità del momento, ha subito avviato un giro di telefonate con i ministri chiave del governo.
Con Antonio Tajani alla Farnesina è toccato fissare la linea diplomatica: azioni russe “inaccettabili”. Con Guido Crosetto, responsabile della Difesa, si è deciso invece di dare un segnale concreto, visibile. E così la visita del ministro in Estonia, inizialmente pianificata con calma, diventa improvvisamente urgente e simbolica.
Missione baltica e messaggi politici

Crosetto sarà martedì e mercoledì ad Amari, la base da cui ieri sono decollati gli F35 italiani per respingere i jet russi, e poi a Liëlvarde, in Lettonia. La missione era attesa da settimane, anche perché dal primo agosto è l’Italia a guidare il Nato Baltic Air Policing, ma le ultime incursioni hanno accelerato i tempi.
Sul tavolo dei vertici Nato è arrivata la richiesta di rafforzare il fronte est. Roma ha risposto garantendo la permanenza prolungata dei sistemi Samp-T e dei velivoli Caew per il controllo radar, rinviando invece l’invio di ulteriori caccia. Tajani ribadisce: “Niente aerei in più, ma rafforzeremo la difesa”. Per il vicepremier, Putin non cerca la terza guerra mondiale, ma lancia “giochi pericolosi, brutti segnali”, tentativi di tastare le difese europee.
Le incognite europee
La partita non è solo militare, ma anche economica e diplomatica. A Bruxelles si lavora a nuove sanzioni contro Mosca e a Roma si attende il testo ufficiale. Due i nodi più delicati: la stretta annunciata da Kaja Kallas verso Cina e India, e l’uso degli asset russi congelati per finanziare Kiev.
Sul primo punto, dal governo italiano filtra prudenza, soprattutto verso Nuova Delhi, con cui l’Unione sta discutendo un accordo di libero scambio. Sul secondo, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha messo i paletti: “Valutiamo con attenzione la proposta europea, ben coscienti dei limiti legali”.
Intanto, lo sguardo resta puntato su New York, dove a margine dell’assemblea generale dell’Onu potrebbe tenersi un incontro tra Lavrov e Rubio. Un faccia a faccia che potrebbe diventare il primo spiraglio diplomatico in un autunno che inizia sotto il segno della tensione.