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Pontida 2025, Salvini: “Mai italiani in Ucraina”. Omaggio a Kirk

Pubblicato: 21/09/2025 14:08

Il pratone di Pontida si è trasformato ancora una volta nel cuore pulsante della Lega, tra bandiere verdi, cori e ospiti internazionali. L’edizione 2025 ha avuto un filo conduttore inedito: l’omaggio a Charlie Kirk, attivista ultraconservatore americano ucciso di recente, celebrato dal palco come ispirazione per le nuove generazioni. L’atmosfera è stata segnata dall’arrivo a sorpresa di Matteo Salvini, nonostante i problemi di salute dei giorni scorsi, e dalle parole forti di Roberto Vannacci, oggi europarlamentare e vicesegretario del partito.

Il leader leghista ha aperto il suo intervento chiedendo “non un minuto di silenzio ma un minuto di applauso che arrivi fino all’Arizona” per ricordare Kirk. Sul maxischermo scorrevano le immagini del giovane militante vicino a Donald Trump, accolte da un boato del pubblico.

Salvini contro guerra e armi Ue

Il passaggio politico più rilevante è arrivato sul tema della guerra in Ucraina. Salvini ha ribadito che “non manderemo mai nostri figli e nipoti a combattere in Ucraina, non siamo in guerra contro nessuno”. Ha annunciato una campagna di mozioni leghiste in tutti i comuni per sancire l’opposizione al coinvolgimento diretto del Paese. Un messaggio netto: “No al piano di armo europeo, no al debito comune per comprare armi e carri armati. Non asseconderemo la voglia di guerra di capetti e mezzi leader europei che parlano di guerra per nascondere fallimenti a casa loro”.

Sul fronte internazionale, Salvini ha toccato anche il conflitto in Medio Oriente, ribadendo che “due popoli e due Stati è il mio auspicio, ma è impossibile con Hamas che tiene in ostaggio bambini palestinesi e israeliani”.

Zaia rivendica Veneto e Vannacci attacca gli stranieri

Non solo Salvini. Dal palco è arrivato anche un messaggio forte di Luca Zaia: “In Veneto il nostro candidato è Alberto Stefani, se non sarà della Lega sarà un problema”. Il governatore ha chiesto all’esecutivo di accelerare sull’autonomia e ha avvertito gli alleati sul futuro delle regionali.

Il generale Vannacci, accolto come nuova star del movimento, ha invece rilanciato la sua linea dura: “Lo straniero ci ha invaso, è quello che ruba e stupra”. Una frase che ha infiammato la platea, confermando il ruolo crescente dell’ex militare nella strategia leghista.

Il ricordo dei fondatori e la chiusura di Salvini

Non è mancato il richiamo alla storia del partito. Salvini ha ricordato Umberto Bossi, definito “un uomo unico e geniale che ha risvegliato un popolo”, ma anche Roberto Maroni e Silvio Berlusconi, citando lo slogan del Cavaliere: “L’amore vince sempre sull’odio”.

La conclusione, con toni da leader in missione personale, ha riassunto lo spirito del raduno: “Vi chiedo impegno e, in cambio, vi offro la mia vita e libertà. Voi non dovete cambiare mai. Liberi, forti e senza paura. Viva Pontida”.

Tra gli ospiti internazionali hanno preso la parola il francese Jordan Bardella, lo spagnolo Santiago Abascal e Flávio Bolsonaro, figlio dell’ex presidente brasiliano. Una cornice che ha confermato la volontà della Lega di posizionarsi come punto di riferimento europeo e globale del fronte sovranista.

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