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“Proprio come lui…”. Marco muore in scooter. L’assurda coincidenza con il fratello scomparso

Pubblicato: 21/09/2025 19:06

Un triste e beffardo destino ha unito per sempre le vite di due fratelli, Marco e Gabriele Chiaramonti. A dieci anni esatti di distanza, entrambi hanno perso la vita in tragici incidenti stradali ad Agrigento, lasciando la città attonita e una famiglia in un dolore inspiegabile.

La doppia tragedia

La storia di Marco Chiaramonti, 50 anni, istruttore di tennis e padel molto conosciuto e amato, si intreccia in modo straziante con quella del fratello Gabriele, scomparso a soli 36 anni il 19 settembre 2015 a seguito di un incidente con la sua Smart a Menfi, in provincia di Agrigento. Per un decennio, Marco aveva tenuto vivo il ricordo del fratello sui social media, condividendo frasi poetiche e foto che ritraevano un Gabriele sorridente, al mare, o intento a preparare mojito. Le sue parole, come «I ricordi a me più cari sono come i coriandoli, imprevedibili e variopinti; basta un soffio di vento e tornano a pulsare nel cuore», erano un omaggio toccante a un legame indissolubile.

Sabato sera, un’altra tragedia ha sconvolto la famiglia e l’intera comunità: Marco, a bordo del suo scooter in viale Emporium ad Agrigento, ha sbandato, forse a causa di una buca o del manto stradale irregolare, e si è schiantato contro un albero. L’impatto non gli ha lasciato scampo. La notizia della sua morte, proprio nel giorno del decimo anniversario della scomparsa di Gabriele, ha gettato tutti nello sconforto più totale.

Il dolore di una città

La reazione della città di Agrigento è stata immediata e profondamente sentita. Sui social network, la gente si è riversata per esprimere il proprio cordoglio, condividendo foto dei due fratelli felici, insieme nel loro locale, al mare o al matrimonio di Marco. I post sono un mix di sconcerto e rabbia, con messaggi che definiscono l’accaduto come un «destino beffardo» e «due fratelli uniti dalla stessa tragedia». La comunità non riesce a trovare parole per descrivere un dolore così grande e inspiegabile. Molti esprimono vicinanza alla moglie Paola, alla figlia Sofia e alla madre Virginia, che dieci anni fa avevano affrontato la perdita di un figlio e ora si trovano a vivere un incubo ancora più crudele.

Le parole di Marco sui social, come «Certi sguardi non sono una cosa che uno se la ingoia in un attimo. C’è qualcosa, lì dentro, che scotta di destino», risuonano ora in modo profetico e agghiacciante. Guardando le foto dei due fratelli, si ha la sensazione che quegli sguardi, carichi di gioia e vitalità, nascondessero un destino tragico che li avrebbe portati via entrambi prematuramente.

Le polemiche e le indagini

La rabbia della gente non si limita solo al dolore per la perdita, ma si concentra anche sulle possibili cause dell’incidente. Sui social, sono numerosi i messaggi che denunciano le cattive condizioni delle strade di Agrigento, chiedendosi «Davvero si può morire per una buca stradale?» o affermando «Basta morire a causa della negligenza altrui». L’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sulla responsabilità delle amministrazioni locali.

In queste ore, i carabinieri stanno conducendo le indagini per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente. I rilievi sul posto saranno fondamentali per capire se il dissesto del manto stradale abbia effettivamente contribuito alla caduta di Marco. Nel frattempo, il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, sta valutando la possibilità di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali, un gesto che sottolineerebbe il profondo impatto che questa tragedia ha avuto sulla comunità.

Il ricordo di Marco e Gabriele, uniti in vita e in un destino così beffardo, continuerà a pulsare nel cuore di Agrigento. La loro storia, fatta di amore fraterno, dolore e ora anche di rabbia per una fine così ingiusta, rimarrà una ferita aperta nella memoria della città.

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