Vai al contenuto

“Lo abbiamo trovato così”. La tragedia di Giacomo, dopo ore di ricerche disperate

Pubblicato: 22/09/2025 20:06

Un profilo social che oggi si è trasformato in un memoriale pieno di ricordi, immagini e messaggi d’amore. Quello di Giacomo Zamparo, 43 anni, è il volto di un uomo che aveva fatto del base jumping molto più di una passione: era il suo modo di vivere. Il 21 settembre il suo volo dal Monte Mezza, in Valsugana, si è trasformato in tragedia. Il suo corpo è stato ritrovato senza vita, a valle, dopo ore di ricerche.

Sui suoi social, Giacomo aveva raccontato la sua vita sospesa tra cielo e roccia. I video dei lanci si susseguono uno dopo l’altro: panorami mozzafiato, salti dalle Dolomiti, emozioni condivise con amici altrettanto appassionati. Il monte Brento, in provincia di Trento, era uno dei suoi luoghi del cuore, ma la sua sete di adrenalina lo aveva portato anche lontano, fino in Brasile, in uno dei suoi ultimi viaggi.

Indossava spesso tute sgargianti e sorrideva davanti alla videocamera montata sul casco, mentre si preparava a lanciarsi nel vuoto. La sua passione per gli sport estremi lo aveva avvicinato al paracadutismo, all’arrampicata, al canyoning. Ma da qualche anno era il base jumping ad aver preso il sopravvento, affascinato dalla libertà e dal rischio di quel salto nel vuoto da pareti rocciose e palazzi.

Originario di Gorizia, Giacomo viveva da tempo ad Ala, in provincia di Trento, insieme alla compagna Erica e alla loro bambina di due anni, Matilde. Laureato all’Università di Trieste, aveva costruito lì la sua vita familiare. Il giorno dell’incidente era proprio Erica ad averlo accompagnato fino a 300 metri dal punto di decollo. Da lì, lui avrebbe dovuto raggiungere la piazzola di atterraggio a Ospedaletto. Non vedendolo arrivare, ha dato l’allarme.

I soccorritori sono partiti immediatamente, con elicotteri e squadre a terra, ma il volo di Giacomo era finito troppo presto. Le cause dell’incidente non sono ancora chiare: si ipotizza un problema durante l’apertura della vela o un errore nella traiettoria. Il base jumping, seppur affascinante, è una disciplina con un altissimo tasso di rischio e spesso richiede esperienza estrema e sangue freddo.

I messaggi di cordoglio stanno invadendo in queste ore il suo profilo Facebook. «Ciao Giacomo, ora puoi volare più in alto di sempre», scrive un amico. «Hai lasciato un segno in ognuno di noi. Non ti dimenticheremo mai». Chi lo conosceva lo descrive come una persona gentile, generosa, sempre pronta a condividere la sua passione con il sorriso.

Oltre alla tragedia personale, la vicenda ha riportato l’attenzione sulla sicurezza del base jumping in Italia. Una disciplina che attira sempre più appassionati, ma che resta poco regolamentata, affidandosi quasi interamente alla responsabilità dei praticanti. Nonostante le difficoltà, gli appassionati la considerano una delle forme di libertà più pure.

Zamparo lascia un vuoto immenso, nella sua famiglia e nella comunità di sportivi estremi che condividevano con lui la sfida al limite. «Era consapevole dei rischi, ma anche di cosa significava sentirsi vivi», racconta un compagno di volo. E ora, da qualche parte tra le nuvole, Giacomo continua a volare.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure