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Mario Giordano denuncia: “Una persona nota si diverte a mettermi sui social con un bollino rosso in testa e l’invito a ‘mettere a fuoco’”

Pubblicato: 22/09/2025 09:32
Mario Giordano bollino rosso

Il giornalista Mario Giordano ha denunciato pubblicamente, con un post pubblicato sul suo profilo X, un episodio che ha immediatamente suscitato polemiche e preoccupazione. Secondo quanto riferito, un personaggio noto nel panorama mediatico avrebbe diffuso sui social un’immagine che lo ritrae con un bollino rosso in testa accompagnato dalla scritta “mettere a fuoco”.
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Un gesto che, a detta del conduttore televisivo, va ben oltre i limiti della critica. “C’è qualcuno che si diverte a mettermi sui social con un bollino rosso in testa e l’invito a ‘mettere a fuoco’ – scrive Giordano –. Non cito questa persona perché non voglio fargli pubblicità, ma è una persona nota che pubblica sui giornali”.

Il confine tra critica e minaccia

La riflessione lanciata da Giordano chiama in causa un tema delicatissimo: fino a che punto ci si può spingere nel nome della satira o del diritto di critica? Il volto di un giornalista trasformato in un bersaglio da “colpire” non può essere interpretato come un semplice esercizio di opinione. È una rappresentazione che evoca simbolicamente la violenza e che rischia di legittimare atteggiamenti di odio nei confronti di chi svolge il proprio lavoro in prima linea.

Il conduttore, spesso al centro di polemiche per le sue posizioni forti e i suoi toni accesi, non è nuovo a ricevere attacchi sui social. Ma questa volta, sottolinea lui stesso, il limite sarebbe stato superato, trasformando la critica in una vera e propria intimidazione personale.

Il ruolo dei social nella diffusione dell’odio

L’episodio mette nuovamente sotto i riflettori il problema della diffusione di minacce online e di campagne denigratorie sui social network. Le piattaforme digitali, spesso teatro di scontri verbali e polarizzazione, diventano strumenti attraverso i quali si amplifica il linguaggio d’odio. In casi come questo, la satira rischia di trasformarsi in un’arma che fomenta aggressività anziché stimolare riflessione.

Il fatto che l’autore del post incriminato sia, come sottolinea Giordano, “una persona nota che pubblica sui giornali”, alimenta ulteriori interrogativi sul livello di responsabilità che figure pubbliche dovrebbero assumersi quando utilizzano i social per veicolare messaggi potenzialmente pericolosi.

Mario Giordano

Una vicenda che interroga l’opinione pubblica

La denuncia di Mario Giordano si inserisce in un contesto più ampio di discussione sul rapporto tra libertà di espressione, diritto di critica e tutela della dignità personale. Dove si colloca il confine tra satira e minaccia? È accettabile ridurre un giornalista, o qualsiasi individuo, a un bersaglio simbolico da colpire?

Domande che non riguardano solo chi fa informazione, ma l’intera società, chiamata a riflettere sui rischi connessi alla deriva dell’odio digitale. Perché trasformare un volto in un obiettivo da mirare non può essere considerato un atto di ironia: è un gesto che ha il sapore della violenza, e che può avere conseguenze pesanti sulla sicurezza di chi lo subisce.

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Ultimo Aggiornamento: 22/09/2025 13:22

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