
«È giunto il momento». Con queste parole, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato dalla tribuna dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che la Francia riconosce ufficialmente lo Stato di Palestina. Lo ha fatto durante la conferenza sull’attuazione della soluzione dei due Stati, intervenendo con un discorso che ha unito fermezza diplomatica, emotività e un appello pressante alla fine del conflitto israelo-palestinese.
«Sono fedele allo storico impegno del mio Paese nei confronti della pace tra israeliani e palestinesi», ha dichiarato Macron, «e per questo dichiaro che oggi la Francia riconosce lo Stato di Palestina». Una mossa simbolica ma anche politica, che arriva in un momento di grande tensione internazionale e crescente pressione umanitaria sulla Striscia di Gaza.
Nel suo discorso, Macron ha insistito sul fatto che l’urgenza è ovunque. «È il momento di liberare i 48 ostaggi ancora detenuti da Hamas. È il momento di fermare la guerra, i bombardamenti a Gaza, i massacri e la fuga disperata di civili», ha scandito il presidente, ricevendo un lungo applauso dalla platea. «Il tempo della pace è arrivato», ha detto, «perché siamo a pochi istanti dal non poterla più afferrare».

Macron ha anticipato che la Francia non aprirà subito un’ambasciata nello Stato di Palestina. «Potrei decidere di istituirne una», ha detto, «solo dopo che sarà entrato in vigore un cessate il fuoco e tutti gli ostaggi saranno stati liberati». Si tratta di un riconoscimento condizionato, dunque, ma che segna una svolta storica nella posizione di Parigi, che finora aveva sostenuto la soluzione dei due Stati senza compiere il passo formale del riconoscimento.
Non solo diplomazia. Macron ha anche avanzato proposte operative: ha chiesto che venga istituita un’amministrazione transitoria a Gaza, sotto la supervisione dell’Autorità Nazionale Palestinese. L’obiettivo, ha spiegato, è quello di garantire la smilitarizzazione di Hamas e preparare il terreno per una stabilizzazione duratura della regione.
La Francia, ha aggiunto il presidente, è pronta a partecipare attivamente a una missione internazionale di stabilizzazione, se sarà richiesta. Ciò implica, ha sottolineato, una possibile presenza di sicurezza internazionale nella Striscia di Gaza, un’opzione che fino a pochi mesi fa sarebbe sembrata impraticabile ma che ora guadagna consenso tra i Paesi membri dell’ONU.

Il riconoscimento francese dello Stato di Palestina avrà sicuramente ripercussioni diplomatiche importanti, soprattutto all’interno dell’Unione Europea. Alcuni Stati membri — tra cui Spagna, Irlanda e Slovenia — hanno già riconosciuto la Palestina, mentre altri mantengono una posizione più cauta. La mossa di Macron potrebbe spingere Bruxelles verso una posizione comune.
La risposta del governo israeliano non si è fatta attendere. In un comunicato diffuso pochi minuti dopo l’annuncio, il ministero degli Esteri israeliano ha definito la decisione francese «un grave errore politico» che «non farà che incoraggiare il terrorismo». Tuttavia, anche all’interno di Israele cresce la pressione per trovare una soluzione politica a lungo termine, dopo mesi di conflitto e crisi interna.
Con questo passo, Macron tenta di ridare centralità all’Europa nella crisi mediorientale, proponendosi come mediatore tra le parti in guerra e rilanciando la diplomazia in un contesto sempre più polarizzato. «Non possiamo più aspettare», ha concluso il presidente francese, «perché ogni giorno che passa costa vite umane».