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“Pronti ad abbattere gli aerei russi”. Guerra, le parole che fanno tremare

Pubblicato: 22/09/2025 22:51

Cresce la tensione nei cieli dell’Europa orientale e sul Mar Baltico, dove le continue provocazioni aeree della Russia stanno alimentando un clima di instabilità che preoccupa profondamente la comunità internazionale. A lanciare l’allarme, con parole dure e dirette, è stato il premier polacco Donald Tusk, intervenuto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU riunitosi d’urgenza dopo l’ennesimo sconfinamento di jet militari russi, stavolta nei cieli dell’Estonia.

«Siamo pronti ad abbattere qualsiasi velivolo russo che violi in modo chiaro e inequivocabile il nostro spazio aereo», ha dichiarato Tusk, sottolineando però che una decisione così grave potrà essere presa solo con il consenso unanime della NATO. La sua dichiarazione, pronunciata con tono risoluto, ha immediatamente attirato l’attenzione dei rappresentanti internazionali riuniti a New York, ma ha avuto anche un’eco importante a Mosca.

Nella capitale russa, infatti, il presidente Vladimir Putin ha convocato a sua volta un Consiglio di Sicurezza straordinario, rispondendo a tono: «La Russia è pronta a reagire a qualsiasi minaccia, esistente o emergente», ha detto, ribadendo la forza militare del Paese e il diritto a sorvolare “zone contese” in caso di necessità strategiche. Per il Cremlino, le accuse dell’Occidente rappresentano «una nuova ondata di isteria russofoba».

Il caso specifico che ha fatto scattare l’allerta riguarda tre caccia Mig russi che, secondo Tallinn, avrebbero violato lo spazio aereo estone rimanendovi per oltre due minuti, volando a bassa quota e senza identificazione. L’incidente è solo l’ultimo di una lunga serie di sconfinamenti documentati nelle ultime settimane, che coinvolgono anche la Polonia, la Lituania e la Finlandia, alimentando timori di un’escalation.

La NATO ha condannato l’episodio tramite una nota ufficiale, parlando di «comportamento irresponsabile» da parte della Russia e ribadendo che ogni centimetro del territorio dei Paesi membri sarà difeso. Il segretario generale Jens Stoltenberg ha fatto sapere che l’Alleanza sta intensificando il monitoraggio aereo e che i jet di risposta rapida sono stati alzati in volo in più occasioni negli ultimi giorni.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno espresso pieno sostegno ai Paesi dell’Est Europa. L’ambasciatore americano all’ONU, Mike Waltz, ha dichiarato: «La nostra posizione è chiara: difenderemo ogni nostro alleato. Se la Russia continuerà su questa strada, dovrà affrontarne le conseguenze». Anche il Regno Unito e la Germania hanno chiesto un’inchiesta internazionale sugli sconfinamenti.

Tuttavia, analisti militari invitano alla prudenza. Secondo esperti della difesa, molti degli sconfinamenti avvengono per “testare i tempi di reazione” dei sistemi NATO, ma è difficile stabilire se si tratti di errori di navigazione o provocazioni deliberate. La linea tra deterrenza e provocazione è sempre più sottile, e il rischio di un incidente militare involontario cresce ogni giorno.

Per ora, l’unità dei Paesi NATO sembra tenere. Ma la pressione sui governi cresce, in particolare su quelli più esposti come la Polonia, che ospita basi NATO strategiche, e gli Stati baltici, sempre più nel mirino delle manovre russe. La diplomazia si muove, ma la posta in gioco è altissima. Come ha ricordato Tusk nel suo intervento conclusivo: «Non vogliamo una guerra. Ma non resteremo in silenzio mentre il nostro cielo viene violato».

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