
Giovanni Vascelli ha spento la luce e si è lasciato scivolare sul divano. Nonostante il buio, poteva ancora distinguere il bagliore fioco della luna che filtrava dalla finestra, illuminando la polvere sospesa nell’aria. Il silenzio nella casa era assordante, interrotto solo dal ticchettio di un vecchio orologio a muro. Per giorni, l’aria era stata densa di parole non dette, di sguardi evitati e di una tensione che aveva lentamente consumato ogni cosa.
Ora, il vuoto era totale. Il rumore dei suoi passi che lo avevano condotto in salotto sembrava un’eco lontana, quasi non appartenesse a lui. Si è perso in quel silenzio, che era allo stesso tempo una liberazione e un peso insopportabile. Sapeva che le conseguenze lo avrebbero travolto presto, che la quiete sarebbe stata spezzata dalla realtà, e che il suo mondo, costruito con fatica, era ormai cenere.
I dettagli dell’omicidio
L’omicidio è stato commesso con una carabina legalmente detenuta. Vascelli ha sparato tre colpi mentre la moglie, ex infermiera in pensione, dormiva. Il corpo di Marina Cavalieri è stato scoperto da una nipote che si era recata all’abitazione della coppia per prendersi cura di alcuni animali da cortile. Inizialmente, si era ipotizzato che il decesso fosse dovuto a un malore, ma la realtà dei fatti si è palesata con il prosieguo delle indagini. I soccorsi, giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che confermare la morte della donna, avvenuta alcuni giorni prima del ritrovamento.
Fin da subito, i sospetti si sono concentrati su Giovanni Vascelli. Alcuni vicini lo avevano visto allontanarsi dalla casa nelle prime ore del mattino del giorno dell’omicidio. Inizialmente, i Carabinieri avevano provato a contattarlo, ma l’uomo risultava irreperibile. A quel punto, sono state avviate le indagini. Dopo aver rintracciato la sua posizione in Toscana, nella zona del Grossetano, le forze dell’ordine hanno diramato il suo identikit ai colleghi locali. La fuga di Vascelli è durata due giorni, fino a quando è stato fermato a Orbetello con l’accusa di omicidio volontario. È un luogo simbolico, dato che proprio lì aveva trascorso le vacanze estive con la moglie pochi mesi prima.
Le motivazioni del gesto
Secondo la testimonianza di Vascelli, il movente dell’omicidio è da ricercare in una grave crisi coniugale che aveva radici in problemi di natura sia sentimentale che economica. Questa confessione ha gettato luce sulla dinamica tragica che ha portato all’omicidio della moglie. La donna, che era andata in pensione da poco dopo aver lavorato per anni all’ospedale Maggiore di Parma, non si aspettava un gesto così estremo. Le parti civili, ovvero i parenti della vittima, hanno già definito un risarcimento economico con l’imputato nelle fasi iniziali del processo. La decisione della Corte d’Assise di riconoscere la prevalenza delle attenuanti generiche, pur in presenza dell’aggravante del vincolo di coniugio, è un punto cruciale della sentenza. Questa scelta ha ridotto la pena finale rispetto alla richiesta iniziale dell’accusa, chiudendo un capitolo tragico per le famiglie coinvolte.
La decisione dei giudici
La Corte d’Assise del tribunale di Parma ha emesso una sentenza di condanna a 18 anni di reclusione nei confronti di Giovanni Vascelli, 66 anni. La condanna arriva per l’omicidio della moglie, Marina Cavalieri, 62 anni, avvenuto nell’ottobre del 2024 nella loro casa a Sant’Andrea Bagni, una frazione di Medesano in provincia di Parma. L’accusa aveva inizialmente richiesto una pena di 23 anni, ma i giudici hanno optato per una pena inferiore, riconoscendo la prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante del vincolo coniugale.