
In Italia ci sono paesi che rischiano di scomparire, con scuole chiuse, negozi vuoti e strade sempre più silenziose. Ma c’è anche chi, per evitare di diventare un borgo fantasma, ha deciso di agire. Dai bonus economici ai voucher per lo shopping, passando per incentivi fino a 100.000 euro, sono sempre di più i piccoli comuni italiani che si reinventano per attrarre nuovi abitanti e contrastare il fenomeno dello spopolamento.
Uno degli esempi più recenti arriva dalla Calabria, dove il comune di Scigliano ha lanciato un contributo fino a 5.000 euro a fondo perduto per famiglie, pensionati e lavoratori in smart working disposti a trasferirsi nel borgo della provincia di Cosenza. Il bando rientra in un più ampio progetto regionale che coinvolge ben 88 comuni calabresi a rischio spopolamento.
In Veneto, il comune di Este ha scelto una strategia più “quotidiana”: distribuire voucher da 50 euro a nuovi residenti, spendibili nelle attività commerciali locali. Il progetto rientra nel “Bonus Residenzialità”, che comprende anche incentivi per neonati, sconti sulla tassa dei rifiuti (TARI) e un “kit scuola”. I buoni possono raggiungere i 1.000 euro a famiglia, a seconda del numero dei componenti.

Anche la comunicazione gioca un ruolo importante in questa corsa alla sopravvivenza. Alcuni comuni, come Panettieri, sempre in Calabria, attirano nuovi residenti con messaggi suggestivi nei bandi: “Ti sveglierai circondato da montagne e cieli azzurri”. Ma dietro le frasi evocative si nascondono regole precise: occorre provenire da un centro con oltre 5.000 abitanti, trasferirsi entro 90 giorni dall’accettazione e restare almeno cinque anni.
Lo spopolamento però non riguarda solo il Mezzogiorno. In Trentino, ad esempio, il piccolo comune di Dambel, con soli 398 abitanti, ha aderito a un’iniziativa provinciale che offre incentivi fino a 100.000 euro a chi si trasferisce nelle aree montane. Il sindaco Andrea Pollo accoglie con favore i nuovi arrivati, ma spera anche di non dover più salutare chi parte: “Che nessuno se ne vada più”, ha dichiarato.
Nel Basso Ferrarese, alcune amministrazioni puntano a ripopolare i centri storici offrendo 25.000 euro alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa. E i primi risultati non mancano: sono già una trentina le domande ricevute. L’idea è quella di incentivare la stabilità familiare e dare nuova vita ai quartieri svuotati.
A Penne, in provincia di Pescara, invece, è boom per le case simboliche: immobili a prezzi quasi simbolici, da ristrutturare entro tre anni. Il comune ha ricevuto 1.700 email, molte dall’Asia. Le prime abitazioni sono state assegnate a cittadini britannici, olandesi e tedeschi. Il bando non prevede né obbligo di residenza né cauzione, solo la promessa di ristrutturare e restituire dignità agli edifici abbandonati.
Anche la Sardegna si muove: l’isola offre bonus natalità a chi sceglie di trasferirsi in comuni con meno di 5.000 abitanti. Il contributo è di 600 euro per il primo figlio (fino ai cinque anni) e 400 euro per il secondo. Iniziative simili sono già state sperimentate con successo, come nel caso del comune di Ollolai, divenuto famoso per le case vendute al prezzo simbolico di un euro.
Queste misure, seppur diverse tra loro, raccontano un’Italia che non vuole arrendersi al declino. Dalla montagna al mare, passando per borghi collinari e città d’arte minori, l’obiettivo è comune: ridare vita a territori dimenticati, farli tornare a pulsare di presenza, famiglie e attività. La sfida è aperta, e molti piccoli comuni sembrano pronti a giocarla fino in fondo.