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Caos nei cieli d’Europa, l’allarme: “La Russia può disturbare il 40% dei voli”

Pubblicato: 23/09/2025 20:05

Le recenti dichiarazioni di Andrius Kubilius, commissario Ue per la Difesa e lo Spazio, delineano un quadro preoccupante e urgente per la sicurezza europea. In un’intervista rilasciata a Open, Kubilius ha messo in luce una serie di minacce crescenti e di sfide imminenti che l’Unione Europea deve affrontare, sottolineando la necessità di un’azione rapida e concertata.

Il commissario ha evidenziato in particolare le interferenze russe ai sistemi GPS, la crescente minaccia di un attacco a breve termine da parte della Russia e la necessità di rafforzare le capacità di difesa con il contributo essenziale dell’Ucraina. Le sue parole non lasciano spazio a dubbi: l’Europa deve accelerare la sua preparazione difensiva e colmare le carenze strategiche per garantire la propria sicurezza e quella dei suoi alleati.

Interferenze aeree e il “muro dei droni”

Uno degli aspetti più allarmanti sollevati da Kubilius riguarda le interferenze del segnale GPS che stanno diventando un problema sistemico in tutti i cieli europei. Secondo il commissario, circa il 40% dei voli in Europa attraversa aree disturbate da apparecchiature russe. Questo fenomeno non è più un evento isolato, ma una vera e propria sfida e minaccia per la navigazione aerea, con conseguenze potenzialmente gravi per la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio. Kubilius ha raccontato di averlo sperimentato personalmente durante un volo con la presidente della Commissione, pur non sapendo se l’interferenza fosse mirata o diffusa. Queste provocazioni non sono casuali; sono deliberate e, con ogni probabilità, servono alla Russia per testare la risposta europea e le sue capacità di difesa. Per contrastare questa crescente minaccia, l’Unione Europea ha avviato discussioni per la creazione di un “muro dei droni” ai confini che separano l’UE dalla Russia e dalla Bielorussia. Questo progetto mirerebbe a creare una barriera tecnologica per rilevare e neutralizzare le incursioni aeree non autorizzate, proteggendo così i confini e lo spazio aereo europeo.

La minaccia imminente e la strategia 2030

La preoccupazione per la possibilità di un attacco russo all’Europa nel prossimo futuro è al centro delle riflessioni di Kubilius. Egli ha citato le valutazioni dei servizi segreti di diverse nazioni europee, tra cui Germania, Polonia, Danimarca e Paesi Bassi, che indicano che la Russia potrebbe essere pronta a testare l’Articolo 5 della NATO nei prossimi tre o quattro anni. Questa valutazione non è un’ipotesi, ma un’analisi concreta che sta spingendo l’UE ad accelerare la sua pron-tezza difensiva. Di conseguenza, la strategia di difesa europea si sta orientando verso il 2030, un orizzonte temporale che impone di agire con rapidità per colmare le lacune attuali. Le discussioni con i ministri della difesa dei ventisette Paesi membri, a cui parteciperanno anche i rappresentanti dell’Ucraina, verteranno sulla creazione di piani regionali congiunti. L’obiettivo è superare le carenze difensive esistenti, soprattutto nel campo della protezione dai droni. Kubilius ha sottolineato che i tradizionali sistemi radar e missilistici non sono sempre efficaci contro i droni, che richiedono un mix di intercettori anti-drone, capacità di guerra elettronica e artiglieria tradizionale come l’artiglieria Zenit.

Il ruolo cruciale dell’Ucraina

L’Ucraina non è vista solo come un alleato da supportare, ma come un partner strategico fondamentale per la difesa europea. Il commissario ha messo in evidenza il know-how e l’esperienza che l’Ucraina ha acquisito sul campo di battaglia. Incredibilmente, l’industria della difesa ucraina è riuscita a crescere esponenzialmente, passando da una produzione di 1 miliardo di euro nel 2022 agli attuali 35 miliardi di euro. Quest’anno, inoltre, l’Ucraina ha prodotto milioni di droni, dimostrando una capacità di innovazione e produzione che l’Europa deve imparare a sfruttare. Kubilius ha spiegato che l’UE sta supportando l’Ucraina, ma allo stesso tempo l’Ucraina sta supportando l’Europa con la sua esperienza e le sue capacità. Per questo motivo, sono in programma la creazione di nuove iniziative e piattaforme congiunte per integrare pienamente l’Ucraina nei piani di difesa europei, riconoscendo il suo ruolo di primo piano nella sicurezza del continente.

Superare lo scetticismo e coinvolgere la società civile

Kubilius ha affrontato anche il problema dello scetticismo nei Paesi del Sud Europa, Italia compresa, riguardo all’aumento delle spese militari. Riconosce che questi Paesi, essendo più distanti geograficamente dalla Russia, potrebbero sentirsi meno minacciati. Tuttavia, ha chiarito che la presenza russa si estende anche al Mediterraneo e al Nord Africa, rendendo la minaccia più vicina di quanto si possa pensare. Il commissario ha elogiato i governi di Italia, Spagna e Francia per aver accettato di investire ingenti somme in prestiti sicuri per lo sviluppo delle capacità di difesa. Ha anche sottolineato la forza dell’industria della difesa e spaziale italiana. Oltre agli investimenti militari, Kubilius ha evidenziato l’importanza di preparare l’intera società civile a eventuali aggressioni, un concetto ripreso dal rapporto dell’ex presidente finlandese Sauli Niinistö. Questa preparazione, che è alla base della strategia “Readiness 2030” dell’UE, non riguarda solo le forze armate, ma anche i servizi essenziali come gli ospedali, che devono essere pronti a fronteggiare una situazione di conflitto. L’esperienza della Finlandia, che ha sempre mantenuto un alto livello di preparazione nei suoi servizi pubblici, è un modello che l’UE deve seguire. In definitiva, la difesa europea non si basa solo su armi e soldati, ma su una preparazione a 360 gradi che coinvolga l’intera società.

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