
Con 13 voti contrari e 12 favorevoli, la commissione Juri (Affari giuridici) del Parlamento europeo ha respinto la richiesta delle autorità ungheresi di revocare l’immunità parlamentare a Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra. Si tratta del primo passaggio ufficiale nella vicenda che coinvolge la 40enne insegnante milanese, eletta lo scorso giugno con 176mila preferenze, diventata uno dei volti più giovani e promettenti della politica europea.
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La decisione della commissione Juri non chiude il caso: il dossier passerà ora alla plenaria di Strasburgo, che il 7 ottobre sarà chiamata a esprimersi con un voto a maggioranza semplice. Sarà quindi questo appuntamento a determinare l’eventuale revoca dell’immunità o la conferma della protezione parlamentare.
Le reazioni politiche
Il caso ha immediatamente acceso il dibattito politico e mediatico. Tra i commenti più noti, quello di Matteo Salvini su X: “Al Parlamento europeo, nel primo voto in Commissione respinta (13 a 12) la richiesta di revoca dell’immunità a Ilaria Salis. A ottobre il voto decisivo in Aula a Strasburgo. Chi sbaglia, non paga”. Il leader della Lega ha voluto sottolineare il rischio, secondo lui, di un meccanismo che permetterebbe a chi ha commesso errori di sfuggire alle conseguenze.
Non sono mancati i commenti dei sostenitori di Salis, che hanno accolto con favore il respingimento della richiesta ungherese. Numerosi utenti sui social hanno difeso l’eurodeputata, interpretando il voto come un segnale di tutela della funzione parlamentare e della libertà politica di rappresentanza.
Al Parlamento europeo, nel primo voto in Commissione respinta (13 a 12) la richiesta di revoca dell'immunità a Ilaria Salis. A ottobre il voto decisivo in Aula a Strasburgo.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 23, 2025
Chi sbaglia, non paga. pic.twitter.com/1QB09gQk5I
Il dibattito sociale
Il voto in commissione Juri ha rapidamente catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica. Sui social network, la vicenda è diventata un tema caldo, con migliaia di commenti a favore e contrari. La polarizzazione riflette l’interesse crescente verso il ruolo dei parlamentari europei e i limiti delle autorità nazionali nel richiedere la revoca di immunità parlamentare.
Molti commentatori hanno posto l’accento sul delicato equilibrio tra responsabilità personale dei rappresentanti eletti e necessità di garantire protezione legale nell’esercizio del mandato. La figura di Ilaria Salis diventa così simbolo di un confronto tra diritti politici, etica pubblica e controllo giurisdizionale internazionale.

Il percorso verso Strasburgo
Il prossimo passo sarà il voto in Aula a Strasburgo, previsto per il 7 ottobre. La plenaria rappresenta l’ultima occasione per il Parlamento europeo di decidere se confermare l’immunità dell’eurodeputata o accogliere la richiesta delle autorità ungheresi. La decisione sarà presa a maggioranza semplice, con un possibile impatto significativo sulla carriera politica di Salis e sull’interpretazione del ruolo dei parlamentari all’interno dell’Unione Europea.
Il caso conferma come la vita politica europea sia sempre più intrecciata a dinamiche di responsabilità, controllo istituzionale e scrutinio mediatico, dove ogni passaggio decisionale è osservato da cittadini, opinione pubblica e social network. La vicenda di Ilaria Salis resta dunque aperta e destinata a generare dibattito fino al voto decisivo di ottobre.