Vai al contenuto

“Matteo non c’è più”. Sinner gli aveva mandato un messaggio speciale: la notizia è terribile

Pubblicato: 23/09/2025 19:35

Padova piange la scomparsa di Matteo Tomasello, un ragazzo di appena 17 anni, stroncato da un tumore cerebrale contro cui ha lottato con coraggio per venti mesi. Si è spento nella serata di domenica 21 settembre, nel reparto di Oncoematologia pediatrica, circondato dall’amore della sua famiglia. Era uno studente del liceo artistico “Fanoli” di Cittadella, dove era molto apprezzato da compagni e professori.

A rendere ancora più toccante la sua storia, l’affetto ricevuto anche da chi non lo conosceva personalmente. Tra questi, il suo idolo sportivo, Jannik Sinner, che gli aveva fatto recapitare un cappellino personalizzato con la scritta “Forza Matteo” e un disegno stilizzato, gesto che il giovane aveva accolto con gioia. Sognava di incontrare il campione di tennis, ma non ha fatto in tempo.

I genitori, Nicola e Marica, raccontano la forza incredibile con cui Matteo ha affrontato la malattia. “Mai una lamentela”, dicono. “Ha sopportato la chemio, la radio, i ricoveri, e paradossalmente era lui a dare coraggio a noi. Non ci ha mai fatto pesare il suo dolore”. Un atteggiamento che ha lasciato il segno in chiunque lo abbia conosciuto in questi mesi difficilissimi.

Matteo, prima di morire, ha voluto fare un ultimo gesto d’amore: ha donato le sue cornee. Un atto che i genitori hanno definito come “perfettamente in linea con la sua sensibilità”, e che permette oggi a qualcuno di continuare a vedere il mondo attraverso il suo sguardo. “Lo ha deciso lui”, spiegano. “Aveva una luce dentro che non si è mai spenta”.

La malattia era stata scoperta nel dicembre del 2023, durante una vacanza in montagna. Inizialmente sembrava solo una semplice gastroenterite, ma i sintomi non miglioravano e gli esami clinici successivi hanno rivelato una diagnosi drammatica. Da quel momento, per Matteo e la sua famiglia è cominciato un calvario.

I genitori avevano scelto di non comunicargli la gravità della diagnosi, per non spegnere in lui la speranza. “Abbiamo cercato di proteggerlo fino alla fine”, raccontano. “Non volevamo che vivesse gli ultimi mesi pensando alla fine. Volevamo che continuasse a credere in una possibilità”. Una scelta difficile, ma fatta per amore.

Oltre alla malattia, Matteo portava avanti i suoi sogni. Voleva diventare architetto, costruire cose belle, dare forma alle sue idee. Nonostante le cure, non aveva mai smesso di disegnare, immaginare, progettare. “Era un ragazzo pieno di talento e creatività”, lo ricordano i suoi insegnanti. “Una mente brillante, una presenza gentile”.

La notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente Cittadella, dove Matteo era molto conosciuto, e dove in molti hanno voluto esprimere cordoglio alla famiglia. Gli amici, i compagni di scuola, i professori, ma anche semplici conoscenti, lo ricordano come un ragazzo “educato, forte, sempre sorridente anche nel dolore”.

Matteo lascia un vuoto enorme, ma anche un esempio raro di dignità, dolcezza e coraggio. In un mondo che spesso corre veloce, la sua storia ha fermato tutti, per un momento, a riflettere su ciò che conta davvero: l’amore, la famiglia, la forza silenziosa di chi lotta senza mai smettere di sperare.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure