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“Sono i russi!”: panico sui cieli d’Europa, aeroporti chiusi e voli cancellati

Pubblicato: 23/09/2025 06:39

Il primo allarme è scattato intorno alle 20,30 sopra Copenaghen, quando alcuni droni di grandi dimensioni hanno iniziato a sorvolare l’area dell’aeroporto di Kastrup, il più importante della Danimarca. In pochi minuti si è scatenato il caos: decolli e atterraggi sospesi, voli cancellati e passeggeri in fila per ore. Secondo la polizia si sarebbe trattato di tre o quattro velivoli non riconducibili a un uso hobbistico, capaci di entrare e uscire dalla zona dello scalo senza essere immediatamente intercettati.

Disagi e allerta nei due Paesi scandinavi

La serata si è trasformata in un incubo per i viaggiatori: circa cinquanta voli cancellati, settanta dirottati su altri scali danesi e svedesi, tra Malmö e Göteborg. Dopo oltre tre ore di blocco, lo scalo ha riaperto ma con la prospettiva di ritardi e cancellazioni a catena. In Norvegia, quasi in contemporanea, è stata segnalata la presenza di droni nei pressi della Fortezza di Akershus, a ridosso della capitale. Anche qui lo spazio aereo sopra Oslo è rimasto chiuso per tre ore, con dodici voli coinvolti.

Ombra russa e scenari possibili

Il presidente ucraino Zelensky ha accusato direttamente Mosca, sostenendo che senza una reazione dura da parte di alleati e istituzioni europee la Russia continuerà con simili provocazioni. Al momento, però, non vi sono conferme ufficiali sul coinvolgimento russo, né che gli episodi di Copenaghen e Oslo siano collegati. Restano così aperte diverse ipotesi.

Per alcuni analisti potrebbe trattarsi di un test di capacità offensive ibride, una prova generale per valutare la vulnerabilità degli spazi aerei europei. Altri ipotizzano azioni di disturbo cibernetico e militare combinate, in continuità con i recenti attacchi informatici che hanno colpito aeroporti come Bruxelles, Berlino e Londra. Non si esclude neppure la pista di gruppi indipendenti filo-russi o di operatori privati intenzionati a generare panico e disagi.

Un’altra spiegazione, ancora più inquietante, è quella della guerra psicologica: creare caos e incertezza nei trasporti significa intaccare la percezione di sicurezza dei cittadini, con effetti immediati sull’opinione pubblica e sulla fiducia nelle istituzioni. Non a caso i droni sono comparsi in due Paesi scandinavi molto esposti per la loro vicinanza all’area artica e per il recente ingresso nella NATO.

Il messaggio, quindi, potrebbe essere duplice: da un lato dimostrare che nessun aeroporto europeo è al sicuro, dall’altro mettere in difficoltà i governi nel garantire continuità e stabilità a servizi essenziali. Un segnale che alimenta i timori su come la guerra ibrida stia diventando il nuovo terreno di scontro tra Russia e Occidente.

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