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“C’è una foto, ecco cosa si vede”. Garlasco, colpo di scena dopo l’ultima perizia

Pubblicato: 23/09/2025 16:20
garlasco novitò foto impronta mano

Garlasco, si avvicina il momento del nuovo processo. Ma ci sono novità. I risultati dell’incidente probatorio, momento cruciale in cui si raccolgono le prove, rischiano di non arrivare nei tempi previsti e si fa sempre più concreta l’ipotesi di una proroga. La questione è stata affrontata a Quarta Repubblica, il talk condotto da Nicola Porro, con diversi ospiti chiamati a commentare.

Tra questi il giornalista d’inchiesta Gianluca Zanella, che ha posto l’attenzione sulla nuova impronta emersa dalle foto agli atti: “Abbiamo trovato su una foto, che è invece allegata alla relazione dei Ris, quella che sembrerebbe un’altra impronta di una mano. È molto meno evidente dell’altra, qui si vede una parte superiore di un palmo e quelle che sembrano quattro dita, come quelle di una mano che fa una pressione a terra. Il 18, il numerino lì sta a indicare gli schizzi di sangue. Questa foto è nella relazione dei Ris”.

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Di chi è quella mano: assassino, complice o semplice contaminazione?

Resta il dubbio: si tratta della mano dell’assassino, di un possibile complice o di semplice contaminazione? Su questo punto è intervenuto Matteo Fabbri, genetista e consulente della difesa di Alberto Stasi: “Francamente quando abbiamo avuto accesso all’abitazione, abbiamo visto quest’impronta alla base dei gradini. Siamo entrati all’incirca 30 giorni dopo rispetto all’omicidio quando erano intercorsi diversi e innumerevoli sopralluoghi che avevano profondamente alterato e modificato quelli che erano gli ambienti dell’abitazione”.

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Fabbri ha aggiunto ulteriori dettagli su quell’elemento rimasto a lungo in ombra: “Sono riscontri – prosegue – che abbiamo dato anche nelle nostre relazioni in modo diffuso. Quest’impronta ci ha richiamato immediatamente, la nostra attenzione è caduta lì, francamente è una immagine suggestiva di un’impronta di mano. Noi l’abbiamo misurata con un semplice metro, in maniera macroscopica per dare conto delle dimensioni di quest’impronta”.

Il nodo centrale resta il DNA sotto le unghie di Chiara: la genetista Denise Albani dovrà valutare se il materiale genetico recuperato sia effettivamente utilizzabile. Manca ancora la trasmissione dei dati grezzi relativi alle analisi del professor Francesco De Stefano del 2007-2014, dati essenziali per valutare quantità, qualità e degradazione del campione.

Intanto, come ricorda Panorama, la prossima udienza fissata per il 26 settembre sarà decisiva: il gip deciderà se concedere la proroga o meno, in funzione del tempo necessario per esaminare tutti gli elementi emersi (impronte, DNA, perizie tecniche). Chi spera in una sentenza rapida potrebbe dover aspettare; chi invece punta alla verità completa ottiene qualche nuova speranza concreta.

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