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Cinzia Pinna scomparsa a 33 anni: fermato il famoso imprenditore di vini italiano

Pubblicato: 24/09/2025 12:41

Colpo di scena nelle indagini sulla scomparsa di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo sparita nella notte tra l’11 e il 12 settembre a Palau. Questa mattina, l’imprenditore vinicolo Emanuele Ragnedda, 41 anni, è stato fermato dai carabinieri mentre cercava di fuggire via mare. Secondo quanto ricostruito, Ragnedda avrebbe lasciato il porto di Cannigione a bordo di un piccolo gommone, tentando di far perdere le proprie tracce.

La fuga, però, si è interrotta bruscamente: il gommone è stato ritrovato semi-distrutto sugli scogli di Baja Sardinia, individuato da una squadra di protezione civile. L’imprenditore si era rifugiato nella villa di famiglia nella stessa località. Qui è stato raggiunto dai militari, che lo hanno trovato armato e in apparente stato di agitazione. Subito è scattato il fermo con l’accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere.

Il nome di Ragnedda era già al centro dell’inchiesta aperta dalla Procura di Tempio Pausania, coordinata dal procuratore Gregorio Capasso, dopo la denuncia di scomparsa presentata dai familiari di Cinzia Pinna. La donna era stata vista per l’ultima volta proprio in compagnia dell’imprenditore, all’uscita di un locale di Palau. Le telecamere di sorveglianza mostrano la 33enne salire su un’auto che, secondo le indagini, appartiene a Ragnedda.

Il fermo arriva in un momento cruciale: proprio oggi i carabinieri del Ris di Cagliari hanno effettuato un sopralluogo nella tenuta di Conca Entosa, tra Arzachena e Palau, dove si trovano i vigneti e la casa dell’imprenditore, ora posti sotto sequestro. Le ricerche si concentrano sulla possibilità che il corpo di Cinzia sia stato nascosto nella proprietà o nelle zone limitrofe.

L’inchiesta ha portato anche all’iscrizione nel registro degli indagati di un secondo uomo, un 26enne milanese, accusato di occultamento di cadavere. Secondo la ricostruzione investigativa, sarebbe stato lui ad aiutare Ragnedda a liberarsi del corpo, dopo che la giovane potrebbe essere morta per cause ancora da accertare all’interno dell’abitazione dell’imprenditore.

Dai primi elementi raccolti, gli inquirenti ipotizzano che quella notte Cinzia Pinna, forse sotto l’effetto di alcol o sostanze, abbia avuto un malore o sia rimasta vittima di un gesto violento. Le cause precise del decesso restano però da stabilire, così come il luogo in cui potrebbe trovarsi il cadavere, che non è stato ancora ritrovato.

Decisive in queste ore le analisi sui cellulari sequestrati e sull’arma da fuoco trovata in possesso di Ragnedda. I tecnici stanno anche passando al vaglio il contenuto del telefono del secondo indagato, insieme alle tracce biologiche che potrebbero essere rilevate sul veicolo e nella casa del 41enne.

La tenuta Conca Entosa è nota per la produzione di vino di lusso. Emanuele Ragnedda è infatti l’erede di una delle famiglie più influenti dell’enologia sarda: suo padre Mario e suo zio Francesco sono stati fondatori della celebre cantina Capichera. Emanuele ha poi fondato l’etichetta Disco Volante, con bottiglie di Vermentino vendute anche a 1.800 euro l’una.

Mentre l’indagine prosegue, i familiari di Cinzia Pinna continuano a chiedere verità e giustizia. La sorella, sin dai primi giorni della scomparsa, ha lanciato appelli pubblici sui social, contribuendo a tenere alta l’attenzione sul caso. Ora, con il fermo di Ragnedda, il mistero potrebbe essere vicino a una svolta decisiva.

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