
Donald Trump torna a far discutere con nuove dichiarazioni su Russia, Ucraina e Nato, pubblicate sulla sua piattaforma Truth Social. L’ex presidente degli Stati Uniti ha definito Mosca “una tigre di carta”, sottolineando l’inefficacia dell’esercito russo dopo oltre tre anni di guerra. Secondo Trump, un vero potere militare avrebbe già vinto il conflitto “in meno di una settimana”.
Trump ha poi criticato la gestione interna della Russia, affermando che la popolazione soffre per la scarsità di carburante e per le difficoltà economiche. “Quando i cittadini di Mosca e delle grandi città russe capiranno cosa sta succedendo, la situazione cambierà”, ha scritto. Ha quindi ribadito il sostegno all’Ucraina, auspicando che il Paese possa “riconquistare tutto il suo territorio, forse anche di più”.
Nel suo post, Trump ha inoltre confermato l’intenzione di continuare a fornire armi alla Nato, aggiungendo: “La Nato ne faccia ciò che vuole”. Un chiaro segnale di continuità nella politica di sostegno all’alleanza atlantica, pur senza entrare nei dettagli sulle condizioni o i limiti di questo supporto militare.

In un successivo intervento, l’ex presidente ha ribadito la sua posizione. “Dopo aver compreso appieno la situazione economica e militare tra Russia e Ucraina, credo che l’Ucraina, con il supporto dell’Unione Europea, possa riconquistare i suoi confini originali”, ha affermato. Per Trump, la chiave sarà la combinazione di “tempo, pazienza e sostegno finanziario”.
Le dichiarazioni sono arrivate a margine di un acceso discorso di Trump davanti all’Assemblea Generale dell’Onu, durante il quale ha messo in discussione l’efficacia dell’organizzazione internazionale. Il presidente ha accusato l’Onu di “non aver fatto nulla per prevenire i conflitti globali” e ha lodato se stesso come unico vero risolutore delle crisi mondiali.
Nel corso dell’intervento, durato quasi un’ora, Trump si è attribuito il merito di aver risolto i conflitti in Medio Oriente, Asia e Caucaso, criticando il presidente Joe Biden per l’invasione russa dell’Ucraina. Ha accusato Cina e India di finanziare indirettamente la guerra, acquistando petrolio russo, e ha minacciato nuove sanzioni, a patto che l’Europa smetta di comprare gas e petrolio dalla Russia.

Trump ha anche attaccato l’energia verde, definendola “la più grande truffa della storia”, e ha bollato come “inutile” l’accordo di Parigi sul clima. Ha poi lanciato un duro monito sull’immigrazione, esortando i Paesi ad abbandonare i “confini aperti” per evitare il “caos totale”. “Seguite il nostro esempio o finirete all’inferno”, ha detto.
Particolarmente aspra la critica all’Unione Europea e agli alleati della Nato, accusati di finanziare “una guerra contro loro stessi” acquistando energia dalla Russia. Non sono mancate minacce dirette: rivolgendosi al presidente brasiliano Lula da Silva, Trump ha detto che “il Brasile fallirà” se non si allineerà alla politica americana.
Sulla crisi in Medio Oriente, Trump ha ribadito di non voler riconoscere uno Stato palestinese, contrariamente ad altri leader occidentali. Ha chiesto invece la liberazione di “tutti gli ostaggi” da parte di Hamas, evitando qualsiasi accenno agli aiuti umanitari bloccati a Gaza o alle accuse di genocidio contro Israele. Le sue parole contrastano nettamente con il discorso del segretario generale dell’Onu, António Guterres, che ha chiesto più cooperazione per affrontare le emergenze globali.