
L’ipotesi di abbattere velivoli russi che sconfinano nello spazio aereo di un Paese Nato è stata definita come una possibilità concreta, senza giri di parole. A New York, dove era presente per l’Assemblea generale dell’Onu, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha affrontato la questione in modo netto durante un’intervista televisiva. L’argomento, delicato e carico di implicazioni diplomatiche e militari, è stato affrontato con chiarezza: “è un’opzione sul tavolo” — una frase breve ma dall’impatto evidente, ripetuta nel contesto di una risposta che non lascia spazio a fraintendimenti sulla posizione della leadership europea.

Von der Leyen ha voluto sottolineare che la difesa dei confini e dello spazio aereo degli Stati membri della Nato è un principio non negoziabile, e che le autorità competenti devono essere pronte a utilizzare tutti gli strumenti necessari per tutelare la sovranità territoriale. Il suo intervento, seguito con attenzione da analisti e osservatori internazionali, ha posto l’accento sulla sequenza di azioni che precederebbero un eventuale ricorso alla forza: rilevazione, avvertimento e chiarimento della situazione. In altre parole, non si tratterebbe di una reazione impulsiva, ma di una procedura con passaggi definiti e comunicati.
Un messaggio chiaro in un contesto teso
Nel corso dell’intervista la presidente ha ribadito con enfasi la centralità della salvaguardia dei territori europei e della solidarietà tra Paesi alleati. “La mia opinione – ha affermato – è che dobbiamo difendere ogni centimetro quadrato del territorio. Questo significa che se si verifica un’intrusione nello spazio aereo, dopo aver lanciato un avvertimento e aver chiarito la situazione, ovviamente l’opzione di abbattere un jet da combattimento che sta violando il nostro spazio aereo è sul tavolo”. La dichiarazione, formulata con termini espliciti, si colloca in un momento storico e geopolitico nel quale le violazioni degli spazi aerei costituiscono motivo di seria preoccupazione per gli alleati.
La leader europea ha inoltre puntualizzato che il ricorso a misure estreme sarebbe l’ultimo anello di una catena di azioni mirate a evitare l’escalation. La necessità di coordinamento con le forze armate nazionali e con la Nato, ha rimarcato, è fondamentale per affrontare con efficacia eventi di questo tipo, garantendo al tempo stesso che ogni intervento sia proporzionato e conforme al diritto internazionale. Il messaggio, articolato in termini politici e operativi, sembra voler bilanciare fermezza e responsabilità, inviando al contempo un avvertimento chiaro a chiunque possa mettere alla prova i confini europei.