
Due giorni dopo lo sciopero generale che ha bloccato trasporti e servizi in molte città italiane, i sindacati tornano a farsi sentire con un nuovo annuncio. La mobilitazione di inizio settimana aveva già sollevato un acceso dibattito per i disagi ai pendolari e ai lavoratori, ma ora l’Usb rilancia con un’iniziativa ancora più incisiva. L’obiettivo dichiarato è quello di non fermarsi e mantenere viva l’attenzione sul tema di Gaza, attraverso una serie di azioni che interesseranno tutto il Paese.
Durante una conferenza stampa a Montecitorio, indetta dal Global Movement to Gaza Italia, un rappresentante del sindacato Usb ha dichiarato: «Proclameremo un nuovo sciopero generale e questa volta lo faremo senza preavviso. La parola d’ordine ‘blocchiamo tutto’ tornerà in tutto il Paese». Il sindacato ha inoltre parlato di “agitazione permanente” e dell’intenzione di organizzare cento piazze in Italia, con Roma come punto centrale della mobilitazione.

Italia, nuovo sciopero generale. L’annuncio del sindacato
Il dettaglio è stato precisato subito dopo: «A Roma piazza dei Cinquecento sarà presidio permanente per Gaza. E sarà così in tutta Italia. Organizzeremo 100 piazze per Gaza», ha aggiunto lo stesso esponente di Usb. Un piano che mira a trasformare la protesta in una presenza costante sul territorio, con iniziative ripetute e visibili in varie regioni. Un’impostazione che segna un salto rispetto alle manifestazioni precedenti e che mette già in conto nuove reazioni.

Le prime parole della politica sono arrivate in serata. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha commentato la scelta con fermezza: «Da irresponsabili. Non permetteremo che blocchino il Paese e lo portino nel caos». Una posizione che conferma la netta contrarietà del governo alla linea di Usb e lascia presagire ulteriori prese di posizione ufficiali nelle prossime ore. La distanza tra le parti appare evidente e contribuisce ad alimentare il dibattito.

Il precedente sciopero, avvenuto solo due giorni fa, aveva già avuto un forte impatto sulla vita quotidiana: mezzi pubblici fermi, ritardi nei collegamenti ferroviari e aerei, rallentamenti in alcuni porti. Le polemiche erano state immediate, con cittadini e associazioni divisi tra chi sosteneva la necessità di dare visibilità a Gaza e chi denunciava i costi scaricati sulle persone comuni. Su quello sfondo si inserisce ora la nuova decisione di Usb, destinata a segnare le prossime settimane.