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Aggressione shock in pieno centro, il politico italiano pestato a sediate davanti a tutti

Pubblicato: 25/09/2025 14:08

In una tiepida sera di mezza settimana, in una delle piazze più celebri al mondo, a pochi metri dalla maestosità del Duomo di Firenze, un momento di tranquillità tra amici è stato bruscamente interrotto. Un atto di vandalismo gratuito—una bottiglia scagliata contro il portone di una chiesa, il vetro in frantumi sul sagrato—ha dato il via a una catena di eventi surreali. Quando l’uomo responsabile, fuori controllo, ha iniziato a rovesciare pesanti cestini dell’immondizia in strada, un residente, spinto dal senso civico, ha fatto ciò che si doveva fare: ha chiamato il 112. Un tentativo di riportare l’ordine che, purtroppo, non è rimasto impunito.

L’aggressore si è voltato e, notandosi osservato, ha trasformato la sua rabbia in violenza, usando una sedia strappata da un tavolino come arma, colpendo il cittadino intervenuto. Una aggressione subita in pieno centro storico, sotto gli occhi dei passanti, che si è conclusa in un pronto soccorso con una prognosi di sette giorni. Ma il vero schiaffo è arrivato dopo: il violento aggressore, fermato e portato via, era di nuovo libero in strada nel giro di un’ora, rendendo vana e pericolosa l’azione del cittadino.

Cronaca di una serata surreale a Firenze: l’aggressione all’ex sindaco Calamandrei

Una tranquilla serata estiva nel cuore di Firenze, a pochi passi dal Duomo, si è trasformata in un episodio di violenza e frustrazione civica. Alessio Calamandrei, già sindaco PD di Impruneta e attuale residente nel centro storico fiorentino, è stato brutalmente aggredito mercoledì sera in via Martelli. L’episodio, che ha avuto come scenario uno dei luoghi più iconici della città, ha immediatamente riacceso il dibattito sulla sicurezza urbana e sull’efficacia delle misure di gestione del degrado e della malamovida.

Tutto ha avuto inizio poco dopo le 21:30. Calamandrei si trovava in compagnia di amici per un aperitivo. La quiete del momento è stata spezzata da un gesto di inciviltà inaudita: un uomo, descritto dall’ex sindaco come fuori controllo, ha scagliato con violenza una bottiglia di vetro contro il portone della storica chiesa di San Giovannino dei Padri Scolopi. Il vetro è andato in frantumi, spargendosi sul sagrato, un atto di vandalismo gratuito e sfacciato. Non contento, l’aggressore ha proseguito nella sua escalation di disturbo, rovesciando con forza due pesanti cestini dell’immondizia nel bel mezzo della strada, il tutto mentre continuava a inveire. Di fronte a tale manifestazione di degrado e anarchia, l’ex primo cittadino ha compiuto il gesto che ogni cittadino responsabile dovrebbe fare: ha impugnato il telefono e ha chiamato il 112.

L’aggressione con la sedia e il ricovero

Dopo aver allertato le forze dell’ordine, Calamandrei ha mantenuto la calma, scegliendo di seguire a distanza l’aggressore, fornendo al contempo una descrizione in tempo reale dei suoi movimenti e delle sue azioni all’operatore del 112. Purtroppo, l’uomo si è accorto di essere osservato. Si è voltato e, senza alcuna esitazione o preavviso, ha affrontato l’ex sindaco. In un attimo, la situazione è precipitata in un’aggressione fisica violenta. L’assalitore ha afferrato una sedia da un tavolino lì vicino, appartenente al noto punto vendita Eataly, e l’ha usata come arma. Calamandrei è stato colpito a seggiolate: un colpo violento è arrivato sulla schiena e un altro, ancor più forte, sul gomito. L’intervento delle forze dell’ordine è stato tempestivo: due volanti sono arrivate sul posto e l’aggressore è stato fermato, perquisito e portato via. Per Calamandrei, invece, l’esito è stato il pronto soccorso di Santa Maria Nuova, dove ha trascorso buona parte della notte. La diagnosi finale è stata una prognosi di sette giorni, con il gomito visibilmente gonfio “come un pallone”, a testimonianza della violenza dell’impatto.

Il colpo di scena e l’amara riflessione

Ciò che ha reso l’intera vicenda un momento di sconforto e profonda delusione è stato il colpo di scena avvenuto a strettissimo giro. Come raccontato dallo stesso Calamandrei, l’aggressore, dopo meno di un’ora dall’essere stato fermato e portato via, era di nuovo in via Martelli. Un barista lo ha immortalato in una fotografia, un’immagine che simboleggia un fallimento del sistema giudiziario e di sicurezza. Questo evento ha scatenato la riflessione amara dell’ex sindaco sulla fragilità del sistema di giustizia e ordine pubblico. Calamandrei ha espresso con forza il suo sdegno: “Non puoi chiedere ai cittadini di fare la loro parte e poi abbandonarli così. In questo sistema, volenti o nolenti, qualcosa non sta funzionando…”. L’episodio riaccende i riflettori su una realtà fiorentina in cui risse, degrado e criminalità minore sono all’ordine del giorno, rendendo il centro storico un luogo percepito come sempre meno sicuro.

La frustrazione è palpabile nelle parole dell’ex sindaco, che ha ammesso di aver maturato un profondo senso di scoraggiamento. La sua conclusione, per quanto onesta, è un campanello d’allarme per la comunità: “La prossima volta, o tiro due destri, o mi giro dall’altra parte. E sto iniziando a capire chi si volta”. Questa dichiarazione evidenzia il rischio di indifferenza che può nascere quando i cittadini che agiscono con senso civico non si sentono tutelati dallo Stato. L’esperienza di Calamandrei, in questo senso, rischia di disincentivare l’intervento attivo in situazioni di degrado o pericolo. Tuttavia, a chiusura del suo lungo racconto su Facebook, l’ex primo cittadino ha voluto lasciare spazio a un flebilissimo segno di speranza. Passando davanti ai cestini dell’immondizia rovesciati, quattro ragazzetti hanno compiuto un gesto spontaneo e disinteressato: li hanno rimessi a posto, “senza che nessuno chiedesse nulla. Come se fosse un gesto naturale”. In questa piccola, inattesa manifestazione di civiltà giovanile, Calamandrei ha voluto intravedere un barlume di possibilità: “Abbiamo ancora un po’ di speranza. Forse”. La speranza è riposta in questi piccoli gesti, mentre la rabbia e la delusione rimangono per un sistema che, nel cuore della città rinascimentale, non è riuscito a garantire la sicurezza e la dignità del suo cittadino più attivo.

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