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Alcaraz a terra: paura a Tokyo per l’infortunio alla caviglia

Pubblicato: 25/09/2025 12:06

Il match di primo turno dell’ATP 500 di Tokyo tra lo spagnolo Carlos Alcaraz e l’argentino Sebastian Baez è stato bruscamente interrotto da un momento di grande preoccupazione per il giovane tennista iberico. Sul punteggio di 2-2 nel primo set, e con Baez al servizio sul 15-0, Alcaraz ha richiamato l’attenzione medica in maniera eclatante, gettandosi a terra in evidente sofferenza.

L’episodio ha immediatamente sollevato un velo di ansia tra gli spettatori e gli addetti ai lavori, temendo un infortunio grave che potesse compromettere non solo il proseguo del match, ma anche il resto della sua stagione. L’area interessata è risultata essere la caviglia sinistra.

Il contesto e la dinamica dell’infortunio

L’infortunio ha avuto luogo in un momento cruciale del primo set. Alcaraz aveva iniziato la partita con un break di vantaggio, dimostrando subito la sua superiorità e la sua determinazione a non lasciare nulla al caso. Tuttavia, proprio prima dell’interruzione, lo spagnolo aveva subito un contro-break a zero, vanificando di fatto il vantaggio iniziale. È proprio in questo game, perso in modo insolitamente rapido e senza opporre la consueta resistenza, che si ipotizza possa essere insorto il problema fisico.

Analizzando il momento esatto dell’accaduto – il primo punto del quinto gioco, in cui Baez era al servizio – non sono stati notati movimenti particolarmente innaturali o strani da parte di Alcaraz che potessero giustificare un crollo immediato. Questo suggerisce che il dolore o il fastidio alla caviglia potesse essersi accumulato o manifestato gradualmente durante il game precedente, venendo poi percepito in modo acuto proprio all’inizio del gioco successivo, nel momento di relativa quiete prima del punto. La dinamica, pertanto, è più vicina a una tensione o a una distorsione subita in precedenza che non a un trauma acuto e visibile.

La decisione del medical timeout e il rientro

La caduta a terra e l’immediata richiesta di soccorso hanno portato all’inevitabile medical timeout. Questa pausa, regolamentata dall’ATP, è concessa per permettere ai medici di valutare l’entità dell’infortunio e fornire le prime cure necessarie, come una fasciatura, un massaggio, o l’applicazione di ghiaccio.

L’obiettivo primario era stabilizzare la caviglia e valutare se il dolore fosse gestibile per permettere ad Alcaraz di continuare la partita in sicurezza. Dopo aver ricevuto le cure del caso, lo spagnolo è rientrato in campo, un segnale incoraggiante che ha dissipato, almeno temporaneamente, il timore di un ritiro immediato. La sua determinazione a tornare a giocare, nonostante il dolore potenziale, sottolinea l’importanza che egli attribuisce a questo torneo e la sua grande voglia di lottare fino all’ultimo.

Le implicazioni per il match e la classifica

A questo punto, la grande incognita non riguarda più l’accaduto, ma il come proseguirà il match. Un infortunio alla caviglia, anche se lieve, può influenzare notevolmente l’agilità, la spinta e la capacità di copertura del campo, elementi fondamentali nel gioco esplosivo e dinamico di Carlos Alcaraz. Tutti gli occhi sono puntati sulla sua mobilità e sulla sua reattività nei successivi game. La preoccupazione maggiore è che il dolore possa ripresentarsi o intensificarsi, costringendolo a prendere la spiacevole decisione del ritiro, che sarebbe un esito particolarmente amaro per il campione spagnolo.

Inoltre, il torneo di Tokyo riveste una particolare importanza per Alcaraz dal punto di vista della classifica mondiale (ranking ATP). In questa settimana, egli è chiamato a difendere ben 500 punti, un carico significativo che deriva dalla sua vittoria trionfale nell’edizione dello scorso anno del torneo di Pechino (anch’esso un ATP 500, le cui date sono state riallocate e il cui peso ora si riflette su questa parte della stagione). Una sconfitta o un ritiro precoce a Tokyo, causato dall’infortunio, comporterebbe una perdita consistente di punti, che potrebbe potenzialmente influire sulla sua posizione ai vertici della classifica e sulla sua corsa per qualificarsi alle ATP Finals o chiudere l’anno come numero uno. La pressione è quindi doppia: battere l’avversario sul campo e superare la sfida fisica imposta dalla sua caviglia.

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