
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fornito un’informativa urgente alla Camera dei Deputati in merito al grave attacco subito dalla Global Sumud Flotilla, una coalizione internazionale civile di navi diretta a Gaza con aiuti umanitari. L’episodio, avvenuto in acque internazionali a sud di Creta, ha visto l’impiego di droni, bombe sonore e spray urticanti contro le imbarcazioni, evidenziando una preoccupante escalation della tensione nell’area.
Sono state colpite ben undici navi della spedizione, a bordo delle quali si trovavano anche diversi attivisti e parlamentari italiani. Fortunatamente, il ministro ha confermato che non si è registrato alcun ferito tra i partecipanti alla missione. L’Italia ha espresso una ferma condanna per l’accaduto, sebbene l’attacco non sia stato ancora rivendicato da alcuna parte, complicando l’identificazione diretta dei responsabili.
L’azione immediata del governo e l’invio di unità navali
A fronte della gravità dell’attacco e della presenza di cittadini italiani in pericolo, il ministro Crosetto ha annunciato l’immediato dispiegamento di assetti della Marina Militare. Inizialmente, è stata autorizzata l’uscita della fregata multiruolo Fasan, già in navigazione e prontamente diretta verso l’area per compiti di soccorso e assistenza. Successivamente, è stato deciso di inviare un’ulteriore unità navale, la fregata Alpino, che dispone di capacità aggiuntive per supportare i cittadini italiani coinvolti. L’obiettivo primario di queste navi è garantire l’assistenza, la protezione e il soccorso ai partecipanti della Flotilla, dimostrando la pronta risposta dello Stato italiano a tutela dei propri connazionali.
La delicata posizione geopolitica
Nonostante il chiaro impegno per la sicurezza dei cittadini, il ministro Crosetto ha voluto rimarcare la delicatezza della situazione geopolitica e la necessità di evitare l’escalation con paesi amici. “Non è nostra intenzione muovere le navi militari per fare la guerra a un Paese amico,” ha chiarito Crosetto, sottolineando l’obiettivo esclusivamente umanitario e protettivo dell’intervento. La situazione è stata definita dal ministro come “preoccupante”, specialmente in vista dell’avvicinamento delle navi alle acque territoriali di altri Stati. Crosetto ha espresso una profonda preoccupazione sulla possibilità di garantire la sicurezza degli attivisti una volta che le imbarcazioni della Flotilla avranno lasciato le acque internazionali e saranno entrate nelle zone di controllo di altre nazioni.
L’appello alla mediazione e la proposta alternativa
Il ministro della Difesa ha inoltre ricordato che Israele considera ufficialmente la missione della Flotilla come “un atto ostile”, elemento che aumenta esponenzialmente il rischio di ulteriori incidenti o azioni coercitive. Proprio per scongiurare un aggravamento della crisi e tutelare l’incolumità degli attivisti, Crosetto ha lanciato un pressante appello alla mediazione. L’Italia spinge affinché gli aiuti umanitari portati dalla Flotilla vengano consegnati nel porto di Cipro. Da lì, gli aiuti potrebbero essere trasferiti a Gaza attraverso un meccanismo concordato e meno rischioso, evitando così che i partecipanti alla missione, inclusi gli italiani, debbano affrontare l’alto pericolo di entrare effettivamente nella Striscia di Gaza via mare. Questa proposta mira a bilanciare l’obiettivo umanitario della missione, ovvero la consegna degli aiuti essenziali, con l’esigenza prioritaria di salvaguardare la vita e l’incolumità dei civili a bordo.