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“È lei la donna in rosa”. Trovata morta 20 anni fa: soltanto ora l’incredibile scoperta

Pubblicato: 25/09/2025 16:39

Dopo vent’anni di mistero, ha finalmente un nome la donna trovata senza vita nel 2005 in circostanze sospette lungo una strada nei pressi di Barcellona. La vittima, conosciuta per anni come “la donna in rosa”, è stata identificata come Liudmila Zavada, una donna di origine russa che all’epoca dei fatti aveva 31 anni. L’annuncio è arrivato dal Ministero dell’Interno spagnolo, grazie ai risultati della campagna “Identify Me” coordinata da Interpol.

La donna venne trovata il 2 luglio 2005 sul ciglio di una strada a Viladecans, località a sud di Barcellona, da un tassista. Il corpo era stato abbandonato da meno di 24 ore, secondo quanto stabilito dai medici legali, e presentava segni evidenti di violenza. Indossava un top rosa a fiori, pantaloni rosa e scarpe rosa: da qui il soprannome con cui sarebbe stata ricordata per due decenni.

Le autorità spagnole classificarono il caso come omicidio sin dall’inizio, ipotizzando che il cadavere fosse stato spostato poche ore prima del ritrovamento. Ma, senza una chiara identificazione, le indagini si fermarono. Solo nel 2023 il caso fu incluso tra quelli del progetto Identify Me, lanciato da Interpol per dare un nome a oltre 40 donne trovate morte in Europa in circostanze mai chiarite.

A sbloccare le indagini è stata la cooperazione tra le polizie di Spagna, Turchia e Russia. L’Ufficio Centrale Nazionale dell’Interpol di Madrid ha lavorato insieme alla polizia turca, incrociando i dati forensi e quelli delle persone scomparse forniti dalla Russia. Le impronte digitali di Zavada, confrontate con un database nazionale turco, hanno dato il primo esito positivo.

Successivamente, anche la polizia scientifica spagnola ha confermato la corrispondenza, rafforzata definitivamente da un’analisi del DNA. Il profilo genetico della vittima è stato confrontato con quello di una sorella ancora residente in Russia, chiudendo così l’enigma rimasto aperto per due decenni.

«Dopo 20 anni, una donna sconosciuta ha finalmente riavuto il suo nome», ha dichiarato il segretario generale dell’Interpol, Valdecy Urquiza. Ha poi elogiato la collaborazione tra le autorità internazionali, sottolineando come questo caso rappresenti un successo anche per le famiglie che «meritano giustizia e risposte». L’indagine sulle circostanze dell’omicidio, però, non è ancora conclusa.

Il caso di Liudmila Zavada è il terzo risolto grazie alla campagna Identify Me. Nel 2023, fu identificata Rita Roberts, una donna britannica trovata morta ad Anversa nel 1992, soprannominata “la donna con il fiore tatuato”. A inizio 2025, era stata identificata anche Ainoha Izaga Ibieta Lima, 33enne paraguaiana uccisa a Girona nel 2018 e nota come “la donna nel capanno”.

Il successo dell’operazione rilancia l’importanza delle indagini forensi internazionali e della collaborazione tra Stati per fare luce su casi irrisolti. L’identificazione di Zavada chiude una lunga attesa per la sua famiglia, ma riapre il capitolo giudiziario per individuare i responsabili dell’omicidio. Le autorità spagnole hanno già riattivato il fascicolo investigativo.

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