
Allarme sicurezza per la Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta a Gaza. Gli attivisti hanno annunciato su Telegram una “conferenza stampa di emergenza” per denunciare “informazioni credibili di intelligence” che parlano di un imminente rischio di attacchi da parte di Israele entro le prossime 48 ore, con “armi che potrebbero affondare, ferire e uccidere i partecipanti”.
Gli attivisti hanno ribadito la volontà di non fermarsi: “Non ci saranno altre soste tecniche per le nostre 50 barche, continueremo diretti fino a Gaza. Siamo consapevoli delle minacce, ma ci rendono solo più uniti”. Il messaggio è chiaro: nessuna deviazione, nemmeno verso Cipro, proposta ieri con il coinvolgimento del patriarcato latino di Gerusalemme. “Il nostro obiettivo resta rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti direttamente alla popolazione di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica”.

Reazione alle proposte di Israele
La delegazione italiana del Global Movement to Gaza, a nome del Comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, ha comunicato alle autorità italiane di non accettare la proposta ricevuta mercoledì ”su una possibile deviazione degli aiuti in direzione Cipro, per poi farli arrivare a Gaza con il coinvolgimento del patriarcato latino di Gerusalemme”.
”Ribadiamo – hanno sottolineato in una nota – che la nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all’ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza. Continuiamo a chiedere al governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale”.
La fregata Fasan ha raggiunto Creta: “Non entrerà in acque non sicure”
Intanto la fregata multiruolo Fasan della Marina militare italiana si trova a sud di Creta, in prossimità della Flotilla, pronta a intervenire per eventuali soccorsi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato che l’Italia ha messo a disposizione “una soluzione concreta per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari” e ribadito che la nave italiana “non svolge funzioni di scorta né entrerà in acque non sicure”. “Resta indispensabile – ha avvertito – che la Flotilla non tenti di forzare il blocco: esporre vite umane a rischi non avrebbe alcun senso”.

Anche la Spagna ha annunciato l’invio del pattugliatore d’altura Furor, in partenza da Cartagena, con a bordo sessanta uomini, tra cui personale sanitario. L’unità si raccorderà con la nave italiana, confermando l’impegno internazionale nel monitorare la missione umanitaria.
Dal ponte della Flotilla, la voce di Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote di Nelson Mandela, ha dato forza al messaggio politico e umanitario: “Non fermeremo i nostri sforzi fino a che non si ferma il genocidio. Chiediamo ai governi di fare pressioni per fermare la violenza”.