
Tre piazze, tre contestazioni. Il tour elettorale di Matteo Salvini nelle Marche, a pochi giorni dal voto per le regionali, è stato segnato da proteste mirate contro la sua posizione filo-israeliana. A San Benedetto del Tronto i manifestanti hanno scelto il silenzio, mentre a Offida e soprattutto ad Ascoli Piceno la contestazione è stata ben più rumorosa, con cori, cartelli e striscioni.
Proprio ad Ascoli, nel chiostro di San Francesco, i contestatori hanno esposto due lunghi teli: “Un minuto di silenzio per ogni morto a Gaza. Salvini taci per sempre” e “Scodinzoli per Netanyahu. Salvini bau bau bau”. Il leader della Lega, pur cercando di riportare la vicenda su un piano politico nei suoi interventi ufficiali (“Se ci fosse un pranzo del Pd e ci fossero dei leghisti li avrebbero portati via di peso da mezz’ora”), in un momento lontano dai microfoni ha perso la pazienza.
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Il suo sfogo con gli uomini della sicurezza è stato registrato da alcuni presenti: “Non è possibile che siano autorizzati a stare lì di fronte, non è possibile. Conosco la gestione dell’ordine pubblico, non è possibile che arrivino a cinque metri da me. C’è la polizia”, ha detto con tono agitato. Poi, riferendosi agli insulti ricevuti dai contestatori, ha aggiunto: “Non riuscire manco a parlare, ragazzi. Che mi arrivino qua a darmi dell’assassino, mi girano i co….i”.
Un episodio che alimenta le tensioni politiche e conferma come la guerra a Gaza e il sostegno del governo Meloni a Israele stiano diventando terreno di scontro anche nella campagna elettorale italiana.