
La giornata di protesta a Torino si è trasformata in un episodio ad alta tensione. I manifestanti pro Gaza, identificati come Pro Pal, hanno occupato a lungo i binari della stazione di Porta Susa, bloccando la circolazione ferroviaria e provocando disagi significativi. Nel corso dell’azione di protesta è comparsa una scritta che ha immediatamente suscitato polemiche: “Meloni come Kirk”, un riferimento diretto all’attivista repubblicano americano ucciso durante un comizio. Un messaggio percepito come una minaccia esplicita nei confronti del premier Giorgia Meloni, che ha sollevato reazioni istituzionali immediate.
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La condanna del presidente Cirio
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è intervenuto duramente per condannare quanto accaduto. «Inaccettabili i blocchi di Torino, i danneggiamenti e le minacce al premier Meloni, a cui va la mia piena solidarietà», ha dichiarato Cirio in una nota ufficiale. Il governatore ha sottolineato la distinzione tra la libertà di manifestare e la necessità di rispettare la legalità: «Chiunque è libero di esprimere pacificamente il proprio pensiero, ma questo non può mai travalicare il rispetto delle regole». Le parole del presidente regionale rimarcano una linea di fermezza nei confronti di azioni che, secondo lui, travalicano i limiti del diritto di protesta.

Le parole della vicepresidente Chiorino
Dura anche la presa di posizione di Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte ed esponente di Fratelli d’Italia, che ha parlato di un attacco non solo personale, ma anche istituzionale. «Le minacce di morte rivolte al Presidente del Consiglio sono un atto vile e intollerabile, che offende non solo la sua persona ma anche l’intera comunità nazionale», ha affermato Chiorino. La dirigente di FdI ha poi aggiunto: «Invocare la morte di un avversario politico non è dissenso, è barbarie. Ed è un’offesa a milioni di cittadini che credono nella forza della democrazia».
Il significato politico delle minacce
Le scritte comparse sui pilastri della stazione e i cori contro il premier si inseriscono in un contesto di tensione crescente intorno al conflitto in Medio Oriente. Le manifestazioni pro Gaza, che hanno coinvolto diverse città italiane, trovano a Torino una delle espressioni più radicali, con un messaggio che oltrepassa i limiti del dissenso politico e diventa minaccia. Da qui la reazione immediata delle istituzioni regionali, che hanno voluto difendere non solo la figura di Giorgia Meloni, ma anche i principi di legalità e convivenza civile.
La risposta della premier
“Meloni come Kirk. L’hanno scritto come minaccia. Ma chi vive di odio e intimidazioni non sarà mai come Charlie Kirk, perché non conosce il valore del dialogo, del confronto e della democrazia. Essere accostata a lui è motivo di orgoglio: Kirk ha fatto della sua vita una battaglia per la libertà di pensiero”, ha scritto oggi sui social media la premier Giorgia Meloni commentando la scritta.

Una ferita per la democrazia
Il clima che si è respirato alla stazione di Porta Susa ha acceso il dibattito nazionale sul confine tra protesta e violenza simbolica. Le autorità locali hanno sottolineato come atti di questo genere non solo alimentino la tensione sociale, ma rappresentino una ferita per la democrazia stessa. La solidarietà espressa a Giorgia Meloni da esponenti regionali e nazionali evidenzia quanto l’episodio sia stato percepito come un attacco che va oltre la politica, colpendo le istituzioni e l’intero Paese.