
La giornata era iniziata come tante altre. Il rumore delle macchine in funzione, i colleghi impegnati nelle loro mansioni, la routine che scandisce le ore all’interno di un capannone industriale. Poi, in pochi istanti, l’imprevisto si è trasformato in tragedia, lasciando dietro di sé sgomento e dolore.
Un operaio italiano di 62 anni ha perso la vita mentre lavorava in un’azienda specializzata nella produzione di nastri di acciaio. L’uomo è stato travolto da una bobina, per cause ancora da accertare. I colleghi hanno tentato di soccorrerlo, poi l’arrivo del 118, ma le sue condizioni sono apparse subito disperate. Sul posto sono intervenuti anche vigili del fuoco e carabinieri, che hanno avviato le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente.
Non è l’unica morte sul lavoro di oggi: muore un uomo nel vicentino
Un secondo dramma si è consumato a Montecchio Maggiore (Vicenza), dove un camion in manovra ha urtato una trave all’interno di un capannone industriale. Il crollo ha travolto la cabina del mezzo, uccidendo l’autista. L’area è stata immediatamente evacuata dai vigili del fuoco per motivi di sicurezza.

Questi episodi si inseriscono in un quadro già allarmante. Secondo i dati più recenti diffusi dall’Inail, nei primi sette mesi del 2025 le denunce di infortunio mortale sul lavoro in Italia hanno superato quota 600, con un incremento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le aree più colpite restano quelle del Nord, trainate dalla Lombardia e dal Veneto, dove l’alta concentrazione di imprese industriali e logistiche espone maggiormente i lavoratori ai rischi.
I numeri più allarmanti: aumento del 7% su base annua
A crescere è anche il numero complessivo delle denunce di infortunio: oltre 370mila dall’inizio dell’anno, con un aumento del 7% su base annua. I sindacati ribadiscono la necessità di rafforzare i controlli e gli investimenti sulla sicurezza, sottolineando che dietro le cifre ci sono vite spezzate e famiglie che chiedono giustizia.