
La luce del pomeriggio si riversava dorata sul paesaggio verde, un mare di vegetazione lussureggiante che si estendeva a perdita d’occhio. A bordo, l’atmosfera era di serena attesa, tipica di chi è in viaggio verso un luogo di ispirazione e lavoro. Le conversazioni fluivano leggere tra gli occupanti, uniti dalla passione per la creatività e l’ambiente. In un istante, senza preavviso, la serenità si è spezzata.
Un impatto violento, il rumore metallico e sordo che ha squarciato il silenzio della natura, e poi il nulla. La macchina volante si è schiantata in una zona remota e inaccessibile, le sue lamiere contorte inghiottite dalla fitta vegetazione. Un evento tragico e improvviso che ha interrotto bruscamente quattro vite, lasciando dietro di sé solo un profondo vuoto e la scena muta di un dramma aereo.
Il tragico addio a Kongjian Yu
È con profondo sgomento che la comunità internazionale dell’architettura, della pianificazione urbana e della sostenibilità ha appreso la notizia della tragica scomparsa di Kongjian Yu, l’architetto cinese di fama mondiale, all’età di 62 anni. Yu è perito in un incidente aereo avvenuto nel pomeriggio di martedì scorso nello stato brasiliano del Mato Grosso do Sul, una fatalità che ha troncato prematuramente la vita di una delle menti più influenti nella lotta globale contro gli effetti del cambiamento climatico e l’urbanizzazione insostenibile. L’incidente, le cui cause restano ancora da accertare, è avvenuto in una zona rurale di difficile accesso all’interno del Pantanal, la più grande zona umida del mondo, una location non casuale per chi ha dedicato la vita a studiare e preservare gli equilibri naturali. Con lui hanno perso la vita altre tre persone: i registi brasiliani Luiz Fernando Feres da Cunha Ferraz e Rubens Crispim Jr., e il pilota e proprietario dell’aereo, Marcelo Pereira de Barros. La notizia, diffusa mercoledì dalla polizia civile, ha suscitato un’onda di cordoglio che ha travalicato i confini nazionali, evidenziando l’enorme impatto che il lavoro di Kongjian Yu ha avuto a livello globale.

Un punto di riferimento mondiale per la sostenibilità urbana
Kongjian Yu non era semplicemente un architetto o un urbanista; era un visionario, un pioniere e un attivista ambientale che ha offerto al mondo una soluzione concreta e ispiratrice alle sempre più frequenti e devastanti inondazioni urbane: il concetto di “città spugna“. Questa idea rivoluzionaria si contrappone al tradizionale approccio ingegneristico, basato su cemento e tubazioni sotterranee, proponendo invece soluzioni basate sulla natura (Nature-Based Solutions – NBS) che imitano i processi ecologici per gestire le acque piovane. Il cuore del concetto sta nel trasformare il paesaggio urbano in un sistema poroso e resiliente, capace di assorbire, filtrare e immagazzinare grandi quantità d’acqua durante eventi alluvionali e rilasciarla gradualmente. Questo viene ottenuto attraverso la creazione di zone umide artificiali, tetti verdi, parchi inondabili e pavimentazioni permeabili, che non solo mitigano il rischio idrogeologico, ma migliorano anche la biodiversità, la qualità dell’aria e, crucialmente, la qualità della vita per i residenti.
L’eredità delle “città spugna” in cifre
L’impatto del lavoro di Kongjian Yu è sbalorditivo. Secondo il Consiglio di Architettura e Urbanistica (CAU) del Brasile, l’architetto cinese ha applicato il suo innovativo concetto in più di mille progetti distribuiti in ben 250 città in tutto il mondo. Questi progetti non sono meri esercizi teorici, ma interventi su larga scala che hanno dimostrato la validità e l’efficacia del modello “città spugna” nell’affrontare le sfide poste dalla crisi climatica. La sua filosofia è stata quella di ricucire il rapporto spezzato tra uomo e natura all’interno dell’ambiente costruito, dimostrando che l’infrastruttura verde può essere molto più economica ed efficiente dell’infrastruttura grigia convenzionale. La sua battaglia era volta a superare quella che chiamava la “sindrome del tubo di cemento” per abbracciare un futuro urbano più resiliente ed ecologico.
Il viaggio fatale in Brasile e le condoglianze internazionali
Kongjian Yu si trovava in Brasile per motivi professionali. Il suo viaggio era iniziato con la partecipazione alla Biennale di San Paolo, un’importante vetrina internazionale per l’architettura. Successivamente, si era recato nel Pantanal per collaborare con i registi brasiliani Luiz Fernando Feres da Cunha Ferraz e Rubens Crispim Jr. alle riprese di un documentario o di un progetto sul suo lavoro, a testimonianza del suo impegno costante nella diffusione delle sue idee. È proprio durante questo trasferimento che la tragedia si è consumata. La notizia ha immediatamente scosso il Brasile e la Cina, innescando reazioni di profondo dolore. Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha espresso il suo “tristezza e sgomento” tramite un post su X, sottolineando la rilevanza globale di Yu: “In tempi di cambiamento climatico, Kongjian Yu è diventato un punto di riferimento mondiale con le città spugna, che uniscono qualità della vita e protezione dell’ambiente, qualcosa che vogliamo e di cui abbiamo bisogno per il futuro”. Anche il Ministero degli Esteri brasiliano ha inviato le condoglianze al governo e al popolo cinese, riconoscendo la gravità della perdita. La scomparsa di Kongjian Yu lascia un vuoto incolmabile nel dibattito sulla sostenibilità urbana, ma la sua vasta eredità di progetti e la sua filosofia rivoluzionaria continueranno a ispirare architetti, urbanisti e politici per le generazioni a venire, fornendo una mappa concreta per navigare l’era del cambiamento climatico.